Hanno realizzato una piazzola, fatto un riempimento con tanto di massi enormi, portati da camion ed escavatori e calati in un tratto del "pennello" per la presa d'acqua di mare e poi una staccionata in legno. Insomma, una serie di lavori che stanno cambiando la forma e la natura della costa della Riserva dello Stagnone, in contrada San Teodoro, e per i quali è giusto chiedersi se tutto sia lecito, visto che lì ci sono tanti vincoli di natura paesaggistica.
Ci troviamo nei pressi dell'ex ittica dello stagnone, dove, i proprietari di un chiosco, che, tra l'altro, nelle sere d'estate diventa un ritrovo per tanti giovani con musica live e non solo, si stanno adoperando per piazzare un nuovo manufatto e spostarlo rispetto alla sua sede originaria (nella fotogallery) in spiaggia, e ormai troppo vicina al mare.
Come potete vedere dalle foto, ci sono anche diversi tufi, forse per farne la base o non si sa cosa; ricordiamo che un po' di anni fa in un altro chiosco, sempre allo Stagnone, qualcuno aveva fatto una passerella per raggiungere il mare, lunga una sessantina di metri e realizzata interamente da tufi, speriamo non avvenga lo stesso anche qui a San Teodoro.
Visto il processo di antropizzazione in atto ormai da anni nei confronti della Riserva, ci chiediamo e, soprattutto, ci auguriamo che questi lavori siano stati autorizzati e controllati; se così non fosse, sarebbe l'ennesima dimostrazione di come lo Stagnone sia terra di nessuno e preda di chiunque, che ha la facoltà di farne ciò che vuole, senza curarsi delle regole e del rispetto del luogo.