Oltre a Salvatore Angelo ed il figlio (ne parliamo qui), Il Tribunale del riesame ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Elisabetta Bonsignore (era agli arresti domiciliari), palermitana, 60 anni, amministratrice della società “Sea, società elettrica di Favignana”.
Stesso provvedimento per i trapanesi Natale e Giovanni Onofrio Beltrallo, di 30 e 57 anni (il primo era ai domiciliari e il secondo in carcere) della Fb Transport fornitori del servizio di trasporto del carburante che serve per fare funzionare la centrale termoelettrica che alimenta l’isola siciliana.
Sono tutti e tre indagati per corruzione e turbativa d’asta. Secondo la procura di Palermo, gli imprenditori avrebbero ottenuto la commessa dalla società che gestisce la centrale a Favignana ripagando Bonsignore con soldi in contanti e regali. I Beltrallo avrebbero anche sponsorizzato un’impresa per la realizzazione di alcuni lavori per un importo di mezzo milione di euro.
I legali hanno impugnato l’ordinanza di custodia cautelare sia sull’utilizzabilità delle intercettazioni, sia sulla configurabilità della corruzione e della turbativa d’asta trattandosi di un rapporto fra società private.
Bonsignore è stata intercettata mentre parlava con il marito, Leonardo Palmeri, come emergeva dagli atti dell’inchiesta. “Bella sostanziosa… si vede…”, commentava l’uomo, aggiungendo che “ne avevamo bisogno”.
Che parlassero di soldi sarebbe emerso, secondo l’accusa, nel passaggio successivo: “Ma spero che questo blocco non siano tutti pezzi da 20 euro”; “No tutti pezzi da 20 euro non credo perché è bella grossa”; “Bisogna vedere poi questi quanti sono”; “Mille e tre”.
Un’altra volta erano “1.900”, perché “erano 19 viaggi”. Da qui l’accusa che incassassero cento euro per ogni consegna di carburante.
I dialoghi sono finiti nell’inchiesta sfociata nell’arresto di 11 persone.