Sono stati tanti ed interessanti gli incontri di queste ultime giornate di 38° Parallelo.
Sideri e l'Intelligenza Artificale a 38° Parallelo: "L'uomo deve tornare a farsi le domande giuste
Molto partecipato l'appuntamento con il giornalista e la professoressa Lagioia sul tema dell'AI, partendo dalle profezie di Italo Calvino Le profezie di Italo Calvino hanno fatto da sfondo all’incontro di giovedì sera all’interno delle cantine Florio di Marsala che hanno ospitato uno degli appuntamenti dell’ottava edizione del Festival 38° Parallelo, un viaggio tra libri e cantine. Introdotti dal direttore della rassegna Giuseppe Prode, Francesca Lagioia, ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Bologna, e il giornalista Massimo Sideri hanno dato vita ad un dialogo sul “Visconte cibernetico”, pamphlet realizzato da quest'ultimo insieme al rettore della Luiss di Roma Andrea Prencipe. Un libro piccolo ma intenso che riprende i concetti espressi da una delle menti letterarie più grandi del secolo scorso che anticipano di settant’anni l’era che stiamo vivendo, quella dell’intelligenza artificiale e dell’algoritmo. «Italo Calvino è stato un grande contemporaneo del futuro. Interpretava il tempo che cambiava perchè metteva insieme umanesimo e scienza - racconta Sideri -. Abbiamo tentato di raccontarlo in questo libro. Siamo di fronte ad una dittatura delle risposte, affidandoci alle macchine. La qualità che ci rende umani è il fatto di porci le domande giuste». Nel dialogo con la professoressa Lagioia emerge proprio questo aspetto che ci differenzia dalla macchina e da qualsiasi versione di Chat gpt. Italo Calvino è stato un narratore eccezionale e un importante commentatore del presente, ma la sua influenza va oltre la sua attività editoriale, culturale e politica. Calvino ha sviluppato un "Metodo Calvino" che lavora sugli opposti, come pienezza e vuoto, leggerezza e gravosità, precisione e inesattezza, per affrontare la complessità. Nel libro "Il visconte cibernetico", gli autori applicano il metodo di Calvino alla tecnologia e all'intelligenza artificiale, interrogandosi se queste rappresentino un arricchimento o un rischio per l'umanità, e come gestire il nostro futuro con serietà e leggerezza.
MIGRAZIONI. «Sono tre le cose da fare per “governare le migrazioni”: aprire canali regolari di ingresso per diminuire la pressione di irregolari, smetterla con la finta distinzione tra richiedenti asilo e migranti economici, visto che abbiamo bisogno di almeno 250mila persone l’anno che entrino nel mercato del lavoro per sostituire i pensionati che escono. Terza cosa, integrare chi già c’è e, in particolare, chi è nato nel nostro Paese». Queste le parole con cui Stefano Allievi, docente presso il Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia Applicata all’Università di Padova ha aperto la presentazione del suo libro “Governare le migrazioni. Si deve, si può” (Laterza edizioni), in una conversazione, alle Cantine “Vite ad Ovest”, con Daniela Melfa, docente presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Giuridiche all’Università di Messina. Per Allievi la questione delle migrazioni va affrontata ragionando in termini di circolarità globale, in un momento storico in cui si intravede all’orizzonte «il rischio che gli emigranti diventino più degli immigrati», che oggi, in Italia, sono soggetti ad una «legislazione in controtendenza rispetto agli altri stati dell’Unione, la più dura sulla questione della cittadinanza». «In Germania sono passati da 10 a 5 anni per la residenza – fa notare Allievi –Un bambino che nasce in questo Paese entra a scuola che è cittadino. Noi, invece aspettiamo i 18 anni, poi ce ne prendiamo due, ufficialmente, spesso anche 3 o 4, per rispondere alle richieste di cittadinanza, così che i bambini arrivano ad essere cittadini quando hanno 22 o 23 anni. Uno spreco incredibile di talenti». Sulla necessità di ripensare le migrazioni e l’approccio al tema anche Daniela Melfa: «È importante parlarne e, soprattutto, parlarne agli autoctoni. Sappiamo poco, come sa poco la classe dirigente, dei Paesi di provenienza dei migranti. E lo dimostra l’utilizzo di categorie, espressioni come “paesi in via di sviluppo”. Dobbiamo ripartire dalla storia, capire non solo il presente ma anche il passato». In occasione della presentazione del libro, gli studenti del Liceo Statale Pascasino di Marsala hanno offerto un loro contributo, con interessanti spunti di riflessione, attraverso la lettura di una poesia e di una lettera dedicata al tema delle migrazioni, che vede protagonista una madre distrutta dal dolore per la partenza del figlio alla ricerca di un futuro migliore lontano dalla sua terra di origine.
FOOD FOR PROFIT. Al Parco Archeologico di Lilibeo Marsala, è stato proiettato il docufilm “Food for Profit”, alla presenza del giornalista Pablo D’Ambrosi e dell’autore de Le Iene Nicola Barraco. Impossibilitata ad essere presente per motivi di lavoro, la giornalista Giulia Innocenzi che ha inviato un videomessaggio di saluti e di ringraziamento agli organizzatori del festival per aver dato spazio alla proiezione del film che, come ormai noto, è diventato un vero e proprio caso cinematografico: al termine di un lavoro durato cinque anni, il documentario racconta e denuncia il legame tra l’industria della carne, le lobby e il potere politico, tra infiltrati con telecamera nascosta ai piani alti dell’Europarlamento e immagini di quel che accade negli allevamenti intensivi di tutta Europa, ai quali sono destinati 400 miliardi di denaro pubblico. «Per noi è importante essere presenti ad un festival come “38° parallelo”, dedicato alla saggistica – dichiara Pablo D’Ambrosi – perché il nostro documentario ha l’obiettivo di aprire le coscienze e far riflettere. Guardare e condividere insieme al pubblico questa proiezione è un po’ come leggere un saggio, per poi arrivare alle proprie conclusioni». «Momenti come questo servono a renderci cittadini più consapevoli di quello che accade intorno a noi – spiega Nicola Barraco – Sapere che 400 miliardi di soldi pubblici, che dovrebbero servire a rendere migliore il nostro mondo, vengono investiti in qualcosa che non ha nulla a che vedere con la salvaguardia del pianeta, della salute, del benessere pubblico, ci deve necessariamente portare ad una riflessione».
Oggi off del festival a Mazara del Vallo con la proiezione del documentario “La vocazione di perdersi”, alle ore 20.30, al Civic Center. Un evento realizzato in collaborazione con la Libreria Lettera 22 e l’Associazione Oliver. «Un appuntamento cui teniamo molto – dichiara Maria Giaramidaro, presidente dell’associazione Oliver – Portiamo a Mazara un film sperimentale sull’educazione alla lettura. Un lavoro che racconta l’esperienza della libreria Spazio Book nella costruzione di percorsi di conoscenza del mondo e del sé, attraverso l’utilizzo degli albi illustrati. Questo mondo di libri, suggestioni, silenzi, sospensione e guizzi, è stato tradotto in una pellicola che si muove al ritmo di un giro pagina e ci tiene incollati al racconto. Dopo la proiezione del film incontreremo i due registi Francesco Clerici e Mattia Colombo per parlare con loro di questo lavoro e di come si posano gli occhi su una materia senza forma come la suggestione che dà la lettura e il suo movimento in noi».
Il Festival, ricordiamo, si avvale del patrocinio del Ministero della Cultura, del patrocinio e contributo dell’ARS, Assessorato del turismo, dello sport e dello spettacolo e Assessorato dei Beni culturali e dell’Identità siciliana Regione Siciliana, del Comune di Marsala e del Parco Archeologico di Lilibeo Marsala. La rassegna aderisce anche quest’anno a “Il Maggio dei Libri 2024” e ha come partner il Centro per il libro e la lettura, BiblioTP - Rete delle Biblioteche della Provincia di Trapani, il Festival Rete Letterari del Trapanese e l’OAPPC Trapani. Sono media partner Rai Radio 3, RMC101 - TP24 e La TR3 – canale 83. Il Festival ha anche il sostegno di sponsor privati: BPER Banca, Cantine Florio, Farmacia Giammarinaro e Goals Technologies.