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20/05/2024 06:00:00

Trapani salva l'Europa con il suo sale

L'estrazione sostenibile di metalli preziosi dalle saline di Trapani e la loro commercializzazione, aiuteranno l'Europa ad essere indipendente dalla Cina e dalla Russia.  Sono questi due Stati i primi produttori di metalli fondamentali per le nuove tecnologie. Ad esempio, il litio è presente per il 3% nei cellulari e il 30% nei computer. 

Magnesio, Litio, Rubidio ed altri elementi verranno estratti dalla salamoia, ovvero lo scarto acquoso della produzione di sale, attraverso un processo di estrazione sostenibile che riutilizza ogni parte della salamoia stessa.

Un risultato possibile grazie al progetto Searcularmine, primo progetto europeo ad essere coordinato dall’Università degli Studi di Palermo, finanziato con 5,8 milioni di euro nell'ambito del programma “Horizon 2020” e che coinvolge 12 partner tra cui Sosalt e Resourseas di Trapani, il Gruppo Suez, leader nella gestione della risorsa ambientale, istituti di ricerca e aziende di 9 differenti paesi Europei e del bacino del Mediterraneo.

Estrazione dei metalli con un processo sostenibile

Il ciclo produttivo del sale marino, e l'acqua di mare in generale, è un contenitore, particolarmente efficiente e abbondante, di tutti questi minerali – afferma Giacomo D’Alì Staiti, presidente della Sosalt -. Se non altro perché l'acqua di mare è tantissima e questo progetto ha sviluppato una serie di tecnologie per poter estrarre in particolare il magnesio. Per avvantaggiarsi, la scelta scientifica è stata quella di partire non dall'acqua di mare, ma dall'acqua di mare che ha già subito tutta la concentrazione e ha prodotto Il sale. Quindi quello che in qualche modo sarebbe un materiale di risulta per le Saline, diventa materia prima”.

 

Estrazione dei metalli dalle salamoie

Giunto al termine il programma di ricerca quadriennale Searcularmine, è coordinato da Andrea Cipollina, professore ordinario del dipartimento di Ingegneria dell’Università di Palermo e responsabile scientifico del progetto.

Al centro di tutto c’è l’estrazione dalle salamoie esauste di saline che, alla fine del processo produttivo, risultano come prodotto di scarto - spiega Andra Cipollina -. Le salamoie normalmente vengono messe da parte e si rimuove la salamoia, di colore rosa, che poi viene diluita nuovamente con acqua di mare e dispersa nelle altre vasche o buttata in mare, mentre, così, verrà riutilizzata. Il processo di evaporazione dentro le vasche fa concentrare alcuni di questi elementi fino a 30 volte rispetto a quanto avviene con l’acqua di mare come con il magnesio che passa da una concentrazione di un grammo a litro nell’acqua di mare fino a 50 grammi a litro nelle salamoie – conclude Cipollina -. Chiaro, a questo punto, che con un metro cubo di salamoia si possono produrre anche 50 chili di magnesio, con un grande valore non solo economico, ma anche strategico per l’economia europea, considerato che oggi siamo dipendenti da Cina e Russia e, per via delle sanzioni alla Russia, solo dalla Cina. Ci sono, quindi, ragioni geopolitiche che portano l’Europa a cercare nuove fonti per questa materia prima”.

Impianto a Trapani: primo nel mondo

Il polo universitario di Trapani ha ospitato la conferenza finale del progetto, a cui hanno partecipato esperti del settore, come Fabrizio Vicari, innovation manager della Resourseas, proprietaria del brevetto.

Il risultato finale di SEArcularMINE si è concretizzato nella realizzazione di un impianto pilota, installato presso gli spazi dell'ex cantina sociale di Trapani. Tale impianto, primo al mondo con queste caratteristiche, verrà alimentato solamente da acqua “madre” delle Saline di Trapani e Paceco, ovvero dalla soluzione salina che rimane alla fine del processo di cristallizzazione del sale, e rappresenta un esempio virtuoso di perfetta circolarità in cui nessuno scarto viene prodotto ma tutto è trasformato in materie prime.

Importante che Trapani e le sue saline – ha commentato Orazio Amenta, dirigente del Comune di Trapani - diventino il centro di interessi dei maggiori centri di ricerca per l'estrazione di materiali critici dalle acque di scarto della lavorazione del sale. Una proiezione importante su un'attività che in futuro potrà chiudere il ciclo di produzione rendendo ancora più ecologica l'attività di estrazione del sale”.
 

Dall'estrazione dalla salamoia al dissaltore

Il Gruppo Suez ha svolto un ruolo importante all’interno del progetto, con l'obiettivo di promuovere l’integrazione tra dissalazione e saline che rende possibile ottenere benefici duplici: da una parte gli impianti di dissalazione forniscono una fonte alternativa e sostenibile di acqua dolce in aree spesso colpite da crisi idriche e allo stesso tempo si aumenta la produzione di sale nella salina per oltre il 50%.

Il progetto si inserisce quindi pienamente nel quadro dell’economia circolare in cui ciò che un tempo era uno scarto diviene invece materia prima. Accanto ai benefici ambientali si hanno inoltre ricadute economiche positive poiché si riducono sia i costi dell’acqua dissalata che quelli della produzione di sale.

Il progetto SEArcularMINE ha permesso lo sviluppo di nuove tecnologie per l’estrazione di materie prime critiche fondamentali per la crescita economica e industriale europea, tramite l’utilizzo di risorse già presenti all’interno del nostro territorio – ha commentato Massimiliano Bianco, CEO di Suez Italy - Questo progetto europeo è solo una delle iniziative in cui è coinvolta SUEZ che mira a sviluppare materiali circolari e sostenibili, attraverso la valorizzazione delle salamoie. Un altro importante progetto dimostrativo è attualmente in fase di sviluppo nell'isola di Lampedusa, con l'obiettivo principale di estrarre minerali e sostanze chimiche dal rigetto salato dei dissalatori per soddisfare i bisogni interni degli impianti di desalinizzazione”.