Il Consiglio dei Ministri, ieri, ha approvato il provvedimento, proposto dal Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che punta a una migliore conoscenza della lingua italiana per gli alunni stranieri, con un docente aggiunto nelle classi numerose che potenzierà il lavoro. Nel provvedimento è previsto pure l’ampliamento dell'organico dei docenti di sostegno specializzati a garanzia della continuità didattica.
Il Ministro Valditara, al termine dei lavori, ha commentato: “Per gli stranieri il nostro obiettivo è consentire a ciascuno di avere una adeguata conoscenza della lingua italiana, primo, fondamentale passo per una reale inclusione. Nelle classi dove gli studenti di origini straniere, e che abbiano importanti carenze nella conoscenza della lingua, siano uguali o superiori al 20%, dal 2025 arriverà un docente adeguatamente formato che affiancherà con lezioni di potenziamento il lavoro di classe. Già da settembre, intanto, le scuole potranno organizzare corsi aggiuntivi extracurricolari di potenziamento grazie a fondi ad hoc del PON”.
Il decreto prevede anche una più efficiente impostazione dell’attività di sostegno didattico degli studenti con disabilità. Si tratta della prima azione con interventi mirati alla reale integrazione degli alunni stranieri, attraverso attività di potenziamento concretamente messe a disposizione delle scuole. Le misure sono rivolte, infatti, a quegli alunni stranieri che, soprattutto se neoarrivati in Italia, non possiedono un adeguato livello di conoscenza della lingua italiana come lingua di comunicazione e (conseguentemente) di studio, e che mantengono gravi deficit di conoscenza della lingua nel percorso successivo: “Basti pensare che il tasso di dispersione scolastica per questi studenti stranieri si attesta, infatti, a oltre il 30% a fronte di una dispersione degli studenti italiani pari ad appena il 9,8%”, sottolinea il ministero.
Le scuole potranno accedere a specifici progetti PON volti ad assicurare il potenziamento dell’apprendimento della lingua italiana e potranno anche avviare un percorso che porterà, attraverso la rimodulazione degli organici, ad introdurre, per le classi con un numero di studenti stranieri neoarrivati in Italia, e con deficit nella lingua, pari o superiore al 20%, un docente con una formazione ad hoc. Per far fronte poi alla cronica carenza di docenti specializzati sul sostegno, si interviene introducendo, in aggiunta all’offerta formativa delle università, una nuova offerta formativa di specializzazione sul sostegno, erogata da INDIRE (ente pubblico di ricerca già deputato alla formazione del personale della scuola), rivolta ai docenti “precari”, che da anni già svolgono questo ruolo, per quanto privi di specializzazione. L’intervento, di natura transitoria ed eccezionale, si rivolge ad una platea di circa 85 mila docenti che l’attuale sistema di specializzazione non è riuscito ad intercettare. Nell’ambito di questa misura si interviene anche al fine di favorire la risoluzione del contenzioso collegato al mancato riconoscimento dei titoli di specializzazione sul sostegno conseguiti all’estero. Si prevede, infatti, che i circa 11 mila soggetti con istanza di riconoscimento o contenzioso pendente possano accedere a percorsi di specializzazione “ad hoc”, sempre erogati da INDIRE.
Novità di rilievo è la possibilità di garantire la continuità dei docenti a tempo determinato su posto di sostegno su richiesta della famiglia dell’alunno con disabilità, previa valutazione da parte del dirigente scolastico e nell’interesse del discente. Nel decreto viene poi introdotto un nuovo modello di valutazione per i dirigenti scolastici in grado di misurare la loro attività sulla base di parametri di merito. “L’intervento si inserisce nel solco di una stagione di importante valorizzazione, anche economica, del ruolo di dirigente scolastico, al quale corrisponde un conseguente adeguamento dei relativi sistemi di valutazione, secondo i modelli più virtuosi indicati per tutto il comparto pubblico. Con la disposizione proposta si garantisce un’oggettiva e trasparente valutazione delle performance individuali sulla base di obiettivi definiti e misurabili, consentendo il riconoscimento della retribuzione di risultato in base al raggiungimento degli obiettivi assegnati”, spiega il ministero. Il nuovo modello di valutazione sarà contenuto in un decreto del Ministro, da adottarsi con il doveroso coinvolgimento dei sindacati.