E’ una vicenda familiare molto dolorosa quella approdata al processo che ha visto imputato un 23enne marsalese, Michele Angileri, di origine polacca, con le accuse di maltrattamenti familiari, estorsione in danno dei genitori adottivi e tentata violenza privata.
Il giovane era stato posto agli arresti domiciliari il 16 luglio 2022, quando nell’abitazione familiare intervennero i carabinieri, che furono testimoni di una sua sfuriata contro i genitori. Al termine del processo, comunque, giudice monocratico del Tribunale di Marsala Francesca Maniscalchi, accogliendo in buona parte le richieste dell’avvocato difensore Salvatore Errera, ha assolto il ragazzo, con la formula “perché il fatto non sussiste”, dai reati più gravi: maltrattamenti ed estorsione (un episodio relativo alla prima accusa è stato riqualificato in furto aggravato in abitazione, per sottrazione di denaro e benzina agricola), in quanto commessi in ambito familiare. L’estorsione era stata contestata per le pressanti richieste di denaro ai genitori (da 20 a 50 euro ogni volta).
Il giudice ha, inoltre, dichiarato il “non doversi procedere” per mancanza di querela da parte dei genitori per il reato di minaccia grave. Michele Angileri è stato condannato solo per un episodio marginale: tentata violenza privata nell’ambito del passaggio di proprietà di un’auto. La pena inflitta è stata sette mesi di reclusione e pagamento spese processuali. Revocati gli arresti domiciliari. Per tutte le contestazioni, il pm aveva invocato una condanna a tre anni e mezzo di carcere. In passato, i genitori adottivi sono stati condannati, con sentenza ormai definitiva, ad un anno e 4 mesi di reclusione per maltrattamenti, lesioni e minacce ai tre figli adottivi.