Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
04/06/2024 19:00:00

De Luca e Meloni, Borghi, Mattarella e l'ABC istituzionale

 L'ABC istituzionale. Il pessimo Vincenzo De Luca aveva offeso la Meloni, affermando: "[...] lavora tu, stronza". Concedendo pure che abbia offeso la presidente del Consiglio, tutto è avvenuto a sua insaputa non a favore delle telecamere, che resta comunque esecrabile. Giorgia Meloni, presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana era in visita ufficiale in quanto tale, non da Giorgia quando: "Presidente De Luca, quella stronza della Meloni. Come sta?", per poi sostenere che:"Io sono stata insultata e mi sono difesa", tutto vero ma se fosse ritenuta offesa da istituzione avrebbe dovuto dire "sono la stronza PdC".

Questo dovrebbe essere lapalissiano. Poi voler propagandare l'epiteto del presidente della Campania come un oltraggio alle donne è risibile. In una sceneggiatura simile per la festa della nascita della repubblica italiana il 2 giugno, ha suscitato l'ira del senatore della lega Claudio Borghi, Mattarella, che sul social X ha dichiarato: "È il 2 giugno, è la Festa della Repubblica Italiana. Oggi si consacra la sovranità della nostra nazione. Se il presidente pensa davvero che la sovranità sia dell'Unione europea invece che dell'Italia, per coerenza dovrebbe dimettersi, perché la sua funzione non avrebbe più senso".

Salvini sollecitato sul collega di partito: "Oggi si festeggia la Repubblica, non l'Unione europea delle multinazionali che vorrebbero mettere fuori norma tutto il Made in Italy. Non mi arrenderò mai a un super Stato europeo in cui comandano quelli che hanno i soldi, non è questa l'Europa" L'inquilino del Quirinale è reo di aver rammentato ai prefetti in un messaggio per il 2 giugno: "Fare memoria del lascito ideale di quegli avvenimenti fondativi», come la lotta di Liberazione e la scelta repubblicana, «è dovere civico e preziosa opportunità per riflettere insieme sulle ragioni che animano la vita della nostra collettività, inserita oggi nella più ampia comunità dell'Unione europea cui abbiamo deciso di dar vita con gli altri popoli liberi del continente e di cui consacreremo, tra pochi giorni, con l'elezione del Parlamento Europeo, la sovranità".

L'articolo 11 della costituzione recita: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo". Non necessita essere Zagrebelsky, Cassese o Ainis, per la comprensione del dettato costituzionale è solo l'ABC.

Vittorio Alfieri