“La mozione? Nessuna inadempienza. Siamo a buon punto sul programma elettorale. I partiti spaccati penalizzano il mio lavoro. Milazzo e Piraino, hanno scelto loro. Ruggeri, non eravamo sintonizzati”.
Il sindaco di Marsala, Massimo Grillo, dopo la bocciatura della mozione di sfiducia incassa la vittoria, e fa il punto su quella che per lui è stata un’occasione per fare un sorta di verifica sull’attuazione del programma”.
Per Grillo la sua amministrazione “è stata in grado di arrivare a buon punto sull’attuazione del programma. I risultati saranno visibili a breve”.
“Sarebbe stato opportuno non far coincidere questa discussione con la scadenza elettorale. Sono venuti meno alcuni rapporti politici per problemi interni dei partiti. Lo scenario interno è cambiato rispetto al 2020. Tutti si sono divisi, solo Fratelli d'Italia regge in consiglio”.
Forza Italia è spaccata ovunque. E questo si ripercuote nei comuni. “Spero che si possa uscire da questa situazione che non può determinare un corto circuito che ricade sul sindaco”.
Anche Liberi, il movimento di riferimento del sindaco è diverso. Chi c’è nel direttivo dopo la fuga istituzionale?
“Il portavoce è Sergio Bellafiore, la vice coordinatrice Manuela Cellura e un gruppo di otto giovani che sono parte attiva. E’ cambiato qualcosa. Siamo stati la prima lista, i tre consiglieri comunali hanno fatto delle scelte che avevo anche incoraggiato, come Lele Pugliese che è andato a Fratelli d’Italia. Nel caso di Vito Milazzo tutte le volte che mi ha chiesto autonomia politica l’ho incoraggiato”.
Proprio da Milazzo le parole più dure, ha detto che è il sindaco delle menzogne. “Bisogna relativizzare, ciascuno ha fatto le proprie scelte. Non si può arrivare a dialettiche così tese solo per motivi politici. Le relazioni umane bisogna sempre salvaguardarle”.
Grillo cerca anche di spiegare i motivi che hanno portato alla rottura del rapporto con l’ex vice sindaco Paolo Ruggieri. “Il vice sindaco deve essere l’alter ego del sindaco, deve essere pienamente sintonizzato. Abbiamo visto che non eravamo sintonizzati, su procedure sulle quali ci doveva essere il criterio di opportunità ed essere coerenti. Avevo proposto di restare in giunta da assessore, Ruggeri mi aveva proposto Giacalone dopo due mesi, ma non era possibile. Ha perso l’occasione di valorizzare un giovane e l’amministrazione non sarebbe stata definita catastrofica”.
Qualcosa si è rotto anche con Valentina Piraino, ex vice sindaco che è anche intervenuta dopo il voto sulla mozione. “Non l’ho sostituita, ha deciso di andar via. L’ho più volte incoraggiata, aveva tante deleghe e le avevo assicurata che al momento del rimpasto l’avremmo alleggerita. Non si è sentita più di fare la vice sindaca. E’ stata una sua valutazione. Marsala in Azione poteva entrare in giunta e Valentina poteva restare vice sindaco. Ma c’è stata questa sua volontà di uscire”.
Intanto il sindaco Grillo, con una nota, interviene sulle elezioni europee e sul suo endorsement che ha suscitato polemiche.
Dopo la mia decisione di rendere pubblico il mio voto a Giorgia Meloni e a FDI alle prossime elezioni europee alcuni dirigenti del centrosinistra hanno commentato come contraddittoria o incoerente la mia scelta per le europee con la decisione di conferire la cittadinanza onoraria all’On. Pietro Bartolo. Io, invece, reputo il mio voto per le europee e la cittadinanza a Bartolo come cose assolutamente separate e compatibili. E mi pare francamente superfluo doverlo pure sottolineare. La cittadinanza onoraria è un atto che rivendico ed è stata conferita a Bartolo, per volontà trasversale della politica cittadina, in virtù del suo instancabile lavoro, da medico, in favore dei migranti del Mediterraneo.
Con quell’atto, la città di Marsala, città al centro del Mediterraneo, ha voluto dare un riconoscimento ad un uomo che ha passato gran parte della sua vita ad occuparsi degli ultimi.
Parlando dell’azione di questo governo, poi, reputo che la situazione dell’accoglienza è oggi notevolmente migliore rispetto, ad esempio, a quando nel Governo Gentiloni il Ministro dell’Interno era Minniti del PD. È stato indubbiamente quello, con il centrosinistra al governo, il momento storico in cui le condizioni dei richiedenti asilo in Italia sono state più tragiche e inumane. Qualunque operatore del settore lo può confermare. Quindi, anche se fossero solo le politiche dell’accoglienza a dover guidare la scelta di ciascuno per le europee, allora si dovrebbe certamente votare FDI o comunque un partito di centrodestra. Una politica finalizzata a debellare la tratta degli esseri umani e tesa a fare in modo che l’accoglienza si trasformi da problema emergenziale affidato ai singoli paesi a tema fondante di una politica dell’accoglienza condivisa dall’ Europa.
Le critiche che mi giungono da sinistra in queste ore sono assolutamente pretestuose e infondate e provengono da chi, pur facendo parte dello stesso partito di Bartolo, quando ne ha avuto occasione, non è stato capace di riconoscerne i meriti e l’umanità né di sostenerlo. Meriti e umanità che dovremmo essere capaci di riconoscere al di là degli schieramenti. Forse ad animare gli animi c’è pure questo: la cittadinanza a Bartolo è stata riconosciuta da un Consiglio Comunale che per la prima volta nella storia repubblicana, con la vittoria ottenuta tre anni fa dalla mia coalizione, vede non rappresentato in aula il PD.
Rossana Titone