Mentre era ancora in corso lo scrutinio delle schede elettorali comunali, intorno alle venti di lunedì scorso, la centralissima piazza Liberta’ di Salemi e’ stata teatro di un gravissimo episodio di una violenza inaudita. Un gruppo di nordafricani, in preda ai fumi dell’alcool o forse di qualche altra sostanza, hanno preso di mira il cittadino italiano F.A., noto portatore di disturbi psico-motorie, prima deridendolo e poi colpendolo con pugni e calci.
Qualcuno molto probabilmente avrà allertato, tramite il 112, la locale stazione dei Carabinieri, la quale interveniva prontamente con due auto-pattuglie, giusto il tempo materiale per arrivare sul luogo del misfatto.
Nel frattempo, pero’, le grida diffusesi nell’area della piazza e il trambusto creatosi tra chi aveva assistito all’aggressione, aveva destato l’attenzione di tanti.
Compreso il dottore Andrea Angelo, una laurea a Ferrara, una solida esperienza presso l’Ospedale di Venezia e oggi all’IRCSS- Bonino Puleo presso l’Ospedale di Salemi, che stava sostando in un bar della vicina via Matteotti per prendere un caffè. Non ci ha pensato due volte ad intervenire prontamente.
Per temperamento, ma anche per deontologia professionale, essendo un pubblico “ufficiale sanitario soccorritore”, ci ha precisato, si e’ precipitato in aiuto del povero malcapitato, subendo pero’ l’attacco simultaneo di due individui, uno che lo teneva sotto controllo con minacce e l’altro che invece andava per le vie di fatto, ferendolo con cinque coltellate.
Nel frattempo, l’arrivo dei carabinieri metteva in fuga il gruppo di tunisini che si erano nel frattempo appostati dietro la statua del protettore della città San Nicola posta su un livello superiore, forse per meglio controllare la piazza. Ferito e sanguinante, il dottore Angelo e’ stato prontamente condotto al PTE dell’ospedale di Salemi, ma inutilmente.
Non essendo attrezzato come un pronto soccorso, ma contrabbandato come tale dai politici di turno, da qui e’ stato dirottato a quello di Castelvetrano, dove veniva sottoposto a ben 52 punti di sutura, all’avambraccio, al viso e al costato. Con la prognosi di otto giorni. Il feritore, il magrebino S.B., sarebbe stato già individuato dalle forze dell’ordine e ora sarebbero alla ricerca degli altri conterranei resisi uccel di bosco.
Questo di cui abbiamo raccontato oggi non e’, purtroppo, il primo episodio di violenza consumato a Salemi. Ma il piu’ eclatante, senza dubbio. Come anche, e’ bene precisare che simili episodi non sono una prerogativa tutta salemitana, come i soliti vorrebbero far credere (esistono in tutte le città questo tipo di denigratori).
Si tratta invece di un fenomeno molto diffuso senza distinzioni di latitudini e nazionalità. E, per stroncare sul nascere ogni tentativo di strumentalizzazione xenofoba, chiariamo subito che i protagonisti di simili imprese delittuose non sono solo stranieri o, molto genericamente, “neri”.
Le cronache sono zeppe di episodi di violenze gratuite che si verificano puntualmente nei fini settimana, durante le “movide”, e in tutto il pianeta, dal Nord al Sud, e senza distinzioni di colore della pelle o dei capelli. Nella metà degli anni Cinquanta in America il fenomeno venne battezzato con il termine colorito di “gioventù bruciata”. Sotto la superficie della società che si godeva il proprio benessere e la supremazia economica, covavano ansie e malesseri. Quelli dei giovani. Il pregiudizio comune pretendeva che la violenza giovanile germogliasse unicamente negli ambienti più poveri e degradati, non era così. Spesso appartenevano alla media borghesia.
Oggi il fenomeno e’ universale, interclassista e interrazziale. I rimedi a cui ricorrere certamente non sono solo quelli repressivi. E’ risaputo, violenza genera sempre più violenza. Ma non possiamo ignorare che decine di migliaia di immigrati che vengono nelle nostre zone vengono utilizzati in agricoltura. Servono. Non possiamo negarlo.
Ma con altrettanta chiarezza occorre dire che se viene emesso dalla Questura un decreto di espulsione nei riguardi di un delinquente, questa espulsione poi deve essere eseguita. E diciamo la verità, cosa che quasi mai avviene.
Franco Ciro Lo Re