Secondo l’ultimo Global Gender Gap Report del World Economic Forum, la parità per le donne rimane a cinque generazioni di distanza, l’Europa continua a primeggiare, con un punteggio di parità di genere del 75% e con sette delle prime 10 posizioni a livello globale ricoperte da Paesi di questo continente.
L’Islanda resta il Paese con la parità di genere più elevata d’Europa, avendo colmato il 93,5% del suo divario di genere complessivo. Altri Paesi con i migliori risultati includono Finlandia, Norvegia, Svezia, Germania e Irlanda, che sono riusciti a battere per oltre l’80% il divario di genere. Il punteggio complessivo della parità europea è migliorato di 6,2 punti percentuali dal 2006.
Nella classifica stilata dal World Economic Forum l’Italia, che nel 2023 era 79°, nel 2024 si posiziona 87° tra i 146 Paesi confrontati.
Lo studio elaborato da World Economic Forum valuta annualmente lo stato attuale e l’evoluzione della parità di genere prendendo in esame quattro dimensioni chiave: Partecipazione economica e opportunità, Livello d’istruzione, Salute e sopravvivenza, Emancipazione politica. Per il 2024 sono stati messi a confronto 146 Paesi in tutto il mondo, circa due terzi di tutte le economie globali, ai quali è stato assegnato un punteggio percentuale. Il Global Gender Gap Index, infatti, misura i punteggi su una scala da 0 a 100, e le percentuali di ogni Paese possono essere interpretate come il progresso raggiunto in termini di parità (cioè, la percentuale del divario di genere che è stata colmata). L’indice medio globale di parità di genere del 2024 si attesta al 68.5%, solo lo 0,1% in più dell’anno scorso: significa che a livello mondiale deve essere colmato ancora il 31,5% del divario e, secondo le stime del World Economic Forum, a questi ritmi raggiungeremo questo risultato tra 134 anni, nel 2158. In sostanza, nell’ultimo anno non abbiamo fatto progressi su questo tema.
Il primo Paese tra i 146 in classifica è ancora l’Islanda che, con il 93.5% di gender gap colmato, guida il Global Gender Gap Report da più di dieci anni ed è attualmente l’unica Nazione ad aver superato il 90%. L’Europa si conferma come l’area geografica all’interno della quale sono stati fatti maggiori passi in avanti in tema di parità di genere e, infatti, 7 paesi di quest’area sono presenti nella top ten. Le uniche tre economie non europee nelle prime dieci posizioni sono la Nuova Zelanda (quarta), il Nicaragua (sesto) e la Namibia (ottava). Le ultime posizioni, invece, con punteggi appena superiori al 50% sono occupate da Iran, Ciad, Pakistan e Sudan che, con il 56,8% di gender gap colmato, rappresenta il fanalino di coda della classifica globale. E’ utile analizzare la presenza di donne ai vertici delle aziende, in quanto le differenze nella composizione di genere tra forza lavoro e leadership dei diversi settori industriali sono realmente indicative delle discriminazioni che le donne continuano a subire in diversi ambiti in tutto il mondo. Ad esempio, i settori più rappresentati a livello femminile continuano ad essere Servizi sanitari e di assistenza (62,1% della forza lavoro), Istruzione (54,4%) e Servizi al consumo (53,1%). Se però consideriamo le posizioni di vertice, possiamo notare come nell’Healthcare appena il 36,7% è donna: dunque, anche in un ambito in cui le donne rappresentano la maggioranza abbondante della forza lavoro, poco più di un terzo delle posizioni di vertice sono al femminile.
E poi c’è la politica, dove le donne hanno maggiori difficoltà ad emergere. L’indicatore peggiore infatti è quello dell’Emancipazione politica, l’accesso al potere per le donne è fortemente limitato. Le variabili che compongono questo indicatore riguardano la presenza di donne in Parlamento, le Ministre nel Governo e il periodo di tempo di una donna Capo dello Stato negli ultimi 50 anni: soprattutto su quest’ultimo tema, per il nostro Paese pesa la totale assenza di Presidenti del Consiglio donne fino al 2022.
Gli Stati Europei occupano le posizioni più alte della classifica. Se pensiamo alle Nazioni più popolose, troviamo la Germania in settima posizione, la Spagna decima, il Regno Unito quattordicesimo, la Francia ventiduesima. L’Italia è addirittura ottantasettesima, rappresenta un unicum nell’Unione europea sotto questo aspetto: è senza dubbio tra i Paesi più importanti ed è prima in diverse classifiche ma, ad esempio, è ultima su 27 nel dato dell’occupazione femminile, con solo una donna su due che lavora. E spesso, come sappiamo, difficilmente le donne nel nostro Paese occupano posizioni di vertice.