La Cantina sociale Europa cambia pagina. Dopo la sfiducia del precedente consiglio d’amministrazione, adesso è stato eletto un nuovo presidente e un nuovo Cda.
Il nuovo presidente è Vito Pipitone, di professione medico legale, ma come tanti professionisti marsalesi anche proprietario di vigneti. Pipitone è stato eletto per acclamazione, insieme al nuovo Consiglio d’amministrazione, del quale fanno parte anche Vito Magaddino (vice presidente), Guido Giacalone, Maurizio Scavone, Angelo Martino, Girolamo Angileri, Nicola Pellegrino, Vincenzo Tumbarello, Giacomo Bertolino, Giuseppe Pipitone e Girolamo De Vita.
Obiettivi dichiarati del nuovo Cda sono “il riacquisto della fiducia dei soci, che devono acquisire la consapevolezza che la cantina è casa propria, ed una politica di rilancio dell’attività produttiva”. Vito Pipitone succede all’agronomo Nicolò Vinci, eletto all’inizio del 2019 e recentemente sfiduciato, insieme al Cda, da 279 soci (120 i voti contrari alla sfiducia). Vinci era approdato al vertice societario dopo i 19 anni di presidenza del notaio Eugenio Galfano. Alla clamorosa decisione di votare la sfiducia ai vertici della cooperativa vitivinicola di Petrosino (oltre 1500 soci tra Petrosino, Marsala e Mazara e circa 4600 ettari di vigneti nelle province di Trapani, Palermo e Agrigento) si era arrivati su proposta di un gruppo di soci (tra questi, in prima linea, l’avvocato Giacomo Pipitone, ex consigliere comunale a Marsala) a seguito dei malumori sorti per le mancate erogazioni di somme ai viticoltori per le uve conferite nel 2022 (liquidazione finale) e nel 2023 e della notizia dell’indagine di Procura e Guardia di finanza su un’ipotesi di possibile frode in commercio. Una frode, ipotizzano gli investigatori, in danno dei consumatori in quanto le etichette su alcune bottiglie, secondo l’accusa, potrebbero non riportare esattamente il tipo di vino contenuto.
L’inchiesta avrebbe, quindi, generato un dibattito interno piuttosto vivace e spaccato in due i soci. Il gruppo che si opponeva alla sfiducia, capeggiato da Ignazio Marino (figlio di Vincenzo Marino, presidente prima di Galfano), aveva invece proposto di consentire la conclusione del mandato in luglio, cosicché il Cda potesse presentare il bilancio. Sull’altro fronte, però, si è spinto sull’acceleratore per cambiare subito pagina. Anche perché ad una parte dei soci non va giù che pagare in termini d’immagine e spese legali per l’inchiesta in corso sia la cantina. La sfiducia al precedente Cda, comunque, a quanto pare, non sarebbe arrivata come un fulmine a ciel sereno, ma tra la maggior parte dei soci sarebbe progressivamente maturata nel corso degli ultimi due anni. O almeno da quando non sono state più pagate nei tempi consueti le somme per le uve conferite.