Partirà questo fine settimana la prima raccolta firme per il referendum abrogativo sull’Autonomia differenziata.
In Sicilia i comitati, oltre le sigle sindacali, sono formati da partiti politici del cosiddetto campo largo, ci sono tutti dentro:Pd, AVS, Italia Viva, +Europa, il M5S, altre piccole sigle. Non ci sarà Azione di Carlo Calenda, che pragmaticamente ha scelto la diversa via, lo ha scritto su X: “Il referendum sull'autonomia lanciato da Landini e entusiasticamente rilanciato da tutte le forze di opposizione tranne Azione è sbagliato per ragioni pragmatiche”.
Secondo Calenda “Per raggiungere il quorum dovremmo portare a votare tredici milioni circa di italiani in più rispetto a quelli che hanno votato alle europee. I partiti che lo propongono di fatto hanno scelto il campo più vantaggioso per la destra per combattere questa battaglia.
I voti di destra si salderanno con l'astensione. E se, come gli stessi promotori giudicano probabile, il quorum non verrà raggiunto, Meloni potrà legittimamente sostenere che tutte le forze sindacali e politiche di opposizione unite sono minoranza nel Paese”.
E’ una mobilitazione estiva che prevede la raccolta di 550 mila firme entro il 30 settembre, Calenda non crede al nuovo fronte composto da Renzi e Landini, mentre Emma Bonino invita a restare uniti: “Penso che una equidistanza tra i due poli sia politicamente sbagliata. In Italia e nel mondo avanza una destra xenofoba e razzista che limita i diritti e gli spazi di libertà e vorrebbe cancellare le diversità, che invece per fortuna esistono nella società. Che le opposizioni si coordinino a partire da iniziative che siano, per l’appunto, di opposizione a politiche del Governo mi sembra un fatto positivo e perfino tardivo. Non penso che esista altro modo per costruire una coalizione tra forze anche molto diverse tra loro se non quello di unirsi su battaglie concrete, al di là delle etichette inutili e degli ego smisurati”.
Nel frattempo i partiti di centrosinistra non marciano tutti nella stessa direzione, le regioni governate dal centro sinistra agiranno da sole, esercitando una loro legittima prerogativa, quindi senza necessità e urgenza di raccogliere le 500.000mila firme. Il vero problema è che ci sono due quesiti depositati: uno chiederebbe l’abrogazione totale della legge Calderoli, l’altro una parziale abrogazione.
Cosa accadrebbe, dunque, se dovesse passare il secondo quesito, cioè l’abrogazione parziale? Sarebbe obbligo dello Stato determinare i Lep senza obbligo di finanziarli. Legge Calderoli rimasta intatta.
Il centro sinistra non riesce ad essere compatto nemmeno su un referendum nazionale, bisognerebbe che capissero se sono d’accordo con Calderoli oppure no.
Del resto era appena il 2020 quando Francesco Boccia, PD, allora ministro per gli Affari regionali e Autonomie, in un'intervista a 'Il Sole 24 Ore’, ha detto che sull'autonomia differenziata ''Il Governo è pronto. Il 10 settembre ho trasmesso ai capi delegazione della maggioranza l'ultima bozza della legge quadro, che conto arriverà a breve in Consiglio dei ministri”.
E poi ancora: "Abbiamo deciso di attuare immediatamente il decentramento amministrativo, sottraendo però le materie per cui dovranno prima essere individuati i cosiddetti Lep ovvero i Livelli essenziali delle prestazioni. Questo perché vogliamo garantire in tutto il Paese, anche a chi vive nelle aree più svantaggiate del Sud ma anche del Nord e del Centro, scuole, mense, trasporti locali e servizi sanitari adeguati. E questa decisione spetterà al Parlamento. Ma sappiamo che, secondo alcune stime, per colmare questa distanza tra "ricchi "e "poveri" occorrerebbero tra i 70 e 100 miliardi''.
Sono passati 4 anni Boccia e compagnia hanno cambiato idea.