di Katia Regina
Non riesco a disprezzare fino in fondo Morgan, nonostante tutto. Provo disgusto per certi suoi atteggiamenti, ma poi riascolto Altrove e lo sento autentico, mi commuove:
… Ho deciso/Di perdermi nel mondo/Anche se sprofondo/Lascio che le cose/Mi portino altrove/Non importa dove/(Non importa dove)...
L'idea di un Altrove mi piace. Ognuno sceglie il proprio, a Morgan non importa dove, ma se questo è il suo, a me non piace, preferisco scendere prima, ma lo ringrazio per il passaggio. Non smetterò di ascoltarlo fin tanto che le sue canzoni continueranno a commuovermi. Nessuno potrà convincermi su ciò che devo provare dinanzi a un dilemma etico, mi basterà auscultarmi per trovare la risposta giusta... per me.
L'artista deve essere slegato dalle sue opere? Una domanda che può far perdere il sonno. Proviamo dunque a vedere quali argomentazioni esistono a favore dell'oggettività della valutazione artistica in sé, svincolata dall'artista, un approccio che consente un focus sul valore estetico e tecnico dell'opera scevra da pregiudizi o simpatie personali per l'autore. In questo modo si evita di ridurre l'artista alla sola somma delle sue opere, riconoscendogli una dimensione umana.
Tra gli argomenti a favore di una lettura contestuale dell'opera e dell'artista, c'è chi sostiene che ogni espressione creativa sia il riflesso dell'artista, delle sue esperienze, emozioni, ma anche del contesto storico e culturale in cui l'opera è stata creata. Non considerarle significa perdere possibili chiavi di lettura preziose. Inoltre, c'è chi ritiene che negare il legame tra artista e opera significhi creare una divisione artificiale e innaturale.
Come vi ho anticipato, la questione è davvero complessa e pare proprio che tutti abbiano almeno una parte di ragione. A tutto ciò va aggiunto il tipo di opera e il contesto in cui viene esposta, senza trascurare la sensibilità del fruitore. Insomma, un bel rompicapo.
Oltre alla vicenda che vede Morgan accusato di stalking e diffamazione nei confronti della sua ex fidanzata, Angelica Schiatti, un'altra storia che ha scatenato un delicato dilemma etico riguarda invece il mondo letterario e vede coinvolta la scrittrice Alice Munro, già vincitrice del Nobel per la Letteratura. A scatenare la polemica è stata la stessa figlia, Andrea Robin Skinner, abusata dal secondo marito della madre quando aveva solo 9 anni. Ebbene, l'autrice tanto amata dal pubblico proprio per la sua capacità di trattare temi delicati e profondi, scelse di rimanere con l'uomo che aveva abusato di sua figlia anche dopo che venne a conoscenza del fatto e fino alla recente morte.
A indagare sulla vita privata degli artisti pochi se ne salvano, in tutti gli ambiti, bisogna farsene una ragione: se ti innamori della gentilezza del dottor Jekyll ti toccherà imbatterti nella crudeltà di mister Hyde. Artisti o no, siamo tutti coinvolti in questa eterna lotta interiore che si manifesta ogni volta che si prova a liberare o reprimere la parte oscura che ci abita, la vera grande sfida che ogni essere umano deve affrontare.
Il consiglio per la lettura questa volta è ben mirato, Mostri, a scriverlo Claire Dederer, una rassegna di grandi artisti di diversi ambiti che nella loro vita privata si sono macchiati di una qualche colpa: Hemingay, Allen, Polanski. Mile Davis, Picasso... non solo mostri di bravura, a quanto pare.
Eccolo il mostro che non riesco a detestare fino in fondo.