I forzisti provano a stare insieme e provano a fare finta che il partito sia unito, gli scontri interni adesso rischiano di non essere più contenuti e di propagarsi oltre l’Isola.
Lo scontro si consuma pure sull’Autonomia differenziata, la legge Calderoli sta mettendo in crisi il Governo. FI ha una posizione chiara, espressa dal presidente della Calabria, Roberto Occhiuto, che è la stessa linea espressa dal leader nazionale azzurro, Antonio Tajani.
Occhiuto sottolinea: “Non ho alcun pregiudizio sull’autonomia differenziata. Il ddl Calderoli, che non è uno ‘spacca Italia’, è stato migliorato grazie a Forza Italia, ma è una legge che andava maggiormente approfondita. Ci sono alcune materie, come quelle non soggette ai Lep, per le quali si potrebbero fare da subito delle intese. Su questi temi, invece, serve un surplus di riflessione per capire se ci possano essere ricadute negative per le Regioni del Mezzogiorno. E poi ho contestato il metodo: una legge di questo genere doveva essere maggiormente metabolizzata dal Paese, invece è stata approvata di notte e di fretta, facendola sembrare ancora più divisiva rispetto a quello che è. Nessuno mette in discussione il fatto che l’autonomia fosse un punto del programma di centrodestra, ma c’è modo e modo di fare le cose. Il mio auspicio – ha quindi detto il presidente della Calabria - è che ora il governo faccia una moratoria, cioè eviti di approvare delle intese con le Regioni, anche sulle materie non Lep, fino a quando non sarà superata la spesa storica”.
Il governatore siciliano, Renato Schifani, non dice una sola parola, non un guizzo per la Sicilia, mentre la pattuglia dei deputati si allinea con Tajani, che senza giri di parole ha detto: “L’Autonomia non è un dogma di fede. E’ una riforma voluta dalla sinistra nel 2001 e spinta dalla Regione Emilia-Romagna: ora vigiliamo sull’applicazione. Vigilare non vuol dire mettersi di traverso ma fare le cose fatte bene. Comprendo le preoccupazioni delle regioni del Sud, la riforma deve essere a vantaggio di ogni cittadino italiano”.
E sul commercio estero precisa: “Deve restare competenza nazionale, le Regioni non possono sostituire lo Stato”.
In questi giorni è stata avviata la raccolta firme per il referendum contro la legge sulla autonomia differenziata, è iniziativa promossa da tutti i partiti di opposizione, tranne Azione, insieme alle principali sigle sindacali e a diverse associazioni nazionali.
Lo scorso 5 luglio il quesito referendario, abrogativo, è stato depositato presso la Corte di Cassazione di Roma: “Volete voi che sia abrogata la legge 26 giugno 2024, n. 86, “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione?”.
Per raggiungere il quorum al voto deve partecipare almeno il 50 per cento più uno degli aventi diritto. Il quesito referendario è stato sottoscritto da 34 persone, i promotori sono il Partito Democratico, il Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi-Sinistra, Italia Viva, +Europa e il Partito della Rifondazione Comunista, i sindacati Cgil e la Uil, alcune associazioni nazionali come l’Associazione nazionale partigiani d’Italia (Anpi), l’Associazione ricreativa e culturale italiana (Arci), Libera, il WWF e il Forum diseguaglianze e diversità.
Bisognerà raccogliere almeno 500 mila firme in tutta Italia, poi le firme dovranno essere consegnate alla Corte di Cassazione. Sarà poi la Corte Costituzionale, a decidere se il quesito referendario ricevuto è ammissibile oppure no. Se sarà ammissibile verrà fissata la data per il voto, compreso tra il 15 aprile e il 15 giugno 2025.
A Marsala oggi, 28 luglio, dalle ore 8:00 alle ore 13:00, si potrà firmare presso il Piazzale del Monumento ai Mille. Si può firmare anche on line.