Il futuro dell'unità operativa di Chirurgia generale dell'ospedale "Vittorio Emanuele III" di Salemi è al centro di un acceso dibattito pubblico, promosso dai consiglieri comunali del gruppo misto, Adelaide Terranova e Dario Verde, insieme ai candidati alle ultime elezioni amministrative Vito Giammalvo, Rosario Ditta, Giusy Favuzza, Andrea Russo e Vincenzo Saladino. Questi rappresentanti locali stanno lottando per mantenere aperto il reparto, che nel 2023 ha effettuato 1.400 interventi e nei primi sei mesi del 2024 ne ha già eseguiti 900. Questi numeri testimoniano l'importanza del servizio offerto, che ha permesso di ridurre le liste d'attesa e alleggerire il carico degli ospedali di Castelvetrano e Mazara.
Il reparto di Chirurgia del nosocomio salemitano si concentra principalmente su "patologie chirurgiche minori", come ernie inguinali e ombelicali, emorroidi, varici, lipomi e cisti. Interventi che, seppur non richiedano una lunga degenza, sono essenziali per il benessere dei cittadini e, se trasferiti ad altri ospedali, potrebbero allungare significativamente i tempi di attesa per i pazienti.
La preoccupazione è nata a seguito di voci riguardanti una possibile chiusura del reparto, in vista di una trasformazione dell'ospedale in un "ospedale di comunità" come previsto dai piani del governo regionale. I consiglieri sottolineano il rischio che questa trasformazione possa ridurre drasticamente i servizi offerti, rendendo l'ospedale una "scatola vuota", un fenomeno già osservato in altre regioni italiane. La chiusura del reparto, secondo i promotori della protesta, priverebbe non solo Salemi ma anche i comuni limitrofi come Vita, Calatafimi, Gibellina e Santa Ninfa di un punto di riferimento cruciale per la salute pubblica. I dati mostrano che il numero di posti letto nella provincia di Trapani è tra i più bassi in Italia, una situazione ritenuta inaccettabile, soprattutto in un contesto di invecchiamento della popolazione e aumento delle malattie croniche.
La proposta dei consiglieri e dei candidati non si limita alla difesa del reparto di Chirurgia. Essi chiedono un ampliamento complessivo dell'offerta sanitaria dell'ospedale, con la riattivazione dei servizi di cardiologia e urologia, il potenziamento del pronto soccorso e l'istituzione di un reparto di medicina generale e geriatria. "Abbiamo una struttura nuova e perfettamente funzionante in una zona strategica e a rischio sismico", sottolineano Terranova e Verde, evidenziando l'importanza di sfruttare al meglio le risorse disponibili.
In risposta alla situazione, i consiglieri e i candidati hanno lanciato l'idea di una mobilitazione permanente e di una raccolta firme, coinvolgendo la comunità locale in una campagna di sensibilizzazione per preservare e potenziare i servizi sanitari del territorio.