Avrebbe svegliato il comandante quando il vento era a venti nodi. Matthew Griffiths, 22 anni, era il marinaio in plancia, la notte che il veliero Bayesian è colato a picco. "Il capitano mi ha detto di svegliare il resto dell'equipaggio. Io ho chiuso le vetrate del salotto a prua e alcuni boccaporti", ha raccontato ai magistrati che lo indagano, insieme al comandante James Cutfield e al direttore di macchina Tim Parker Eaton per omicidio colposo plurimo e naufragio.
E' provato il giovane marinaio. Racconta che è successo tutto in pochi minuti. Nessuno immaginava quello che sarebbe accaduto da lì a poco: tanto da non svegliare i passeggeri e non distribuire i giubotti di salvataggio. La barca che si inclina e poi lui, il comandante e altri dell'equipaggio che finiscono in mare.
"Siamo riusciti a risalire - ha detto agli investigatori - e abbiamo dato una mano". Con la barca a novanta gradi, con il comandante e il resto dell'equipaggio hanno fatto una catena umana dalla plancia al ponte passeggeri: così hanno tirato fuori anche la bimba di un anno, sopravvissuta al naufragio.
Griffiths è difeso da Mario Scopesi e Corrado Bregante, che seguono anche il direttore di macchina. Quest'ultimo agli investigatori ha raccontato di essere andato subito giù e aver acceso i gruppi elettrogeni. Per loro nessuno avrebbe lasciato portelloni aperti.
L'inchiesta dovrà chiarire molti dubbi. Mentre al Policlinico di Palermo, uno dopo l'altra, i corpi di Chris Morvillo e della moglie Neda, del banchiere Jonathan Bloomer e della moglie Judith, quattro delle sette vittime del naufragio, vengono portati in una sala per essere sottoposti alla tac.