Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
01/09/2024 06:00:00

Abuso d'ufficio. Da Adamo al caso Fiocca. Tutte le inchieste cancellate dalla riforma Nordio

  Centinaia sono stati, negli anni, anche al Tribunale di Marsala, con condanne e assoluzioni, i processi celebrati per abuso d’ufficio, reato tipico dei “colletti bianchi” che la riforma della giustizia firmata dal ministro Nordio (la legge 114/2024) ha cancellato.

Con rischio di “procedura di infrazione” da parte dell’Unione Europea. “Abolire l’abuso d’ufficio – sostiene Marco Travaglio, direttore de Il Fatto quotidiano – è una follia. E’, infatti, il reato che commette il potente, il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio, che trova scorciatoie e vie traverse per favorire i suoi protégés, cioè parenti, amanti, fidanzati, fidanzate, nipoti, figli, amici, amici degli amici, scavalcando nei concorsi e nei posti pubblici quelli bravi che però non hanno Santi in paradiso. Quindi, è il reato forse più odioso che possa esistere per la pubblica opinione”.

Sul fronte opposto, invece, ci sono coloro (in primis molti avvocati) che sostengono che si tratta, o meglio si trattava, visto che l’abolizione del reato è già in vigore, di una fattispecie troppo ampia e pertanto il magistrato inquirente la poteva contestare con estrema facilità. Per vari comportamenti, magari per i difensori non sempre illeciti. O comunque sul filo del rasoio.

Uno dei casi più clamorosi a Marsala è stato quello che ha visto Giulia Adamo costretta a dimettersi da sindaco di Marsala nell’estate del 2014 a seguito della sentenza di condanna per concussione pronunciata dalla Corte d’Appello di Palermo a 2 anni e 10 mesi e all’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici. Dimissioni pressoché obbligate perché il prefetto di Trapani, sulla base della “legge Severino”, l’aveva già sospesa dalla carica per 18 mesi. Nel 2015, però, la Cassazione derubricò il reato in abuso d’ufficio, non punibile, però, perché nel frattempo era intervenuta la prescrizione.

I fatti per i quali la Adamo era stata condannata in appello risalgono infatti al 2005, quando era presidente “forzista” della Provincia di Trapani e secondo la Procura di Marsala avrebbe indotto il dirigente del settore Affari sociali, Ubaldo Augugliaro, a non versare i finanziamenti necessari al Convitto statale audiofonolesi di Marsala fino a quando non fosse stato sostituito il rettore dell’ente, la palermitana Anna Maria Adamo, con una persona a lei più gradita. Una di quelle vicende non proprio insolite alle nostre latitudini. Non c’è ente pubblico che non abbia avuto una qualche forma di abuso di potere da parte degli amministratori. Adesso, con la riforma Nordio sarà cancellato tutto.

Altro caso di processo per abuso d’ufficio che ha avuto una certa eco sui media è quello che ha visto condannato in primo grado e poi assolto in appello (come tutti gli altri imputati) l’ingegnere Francesco Patti, ex dirigente, in pensione, del settore Pianificazione territoriale del Comune di Marsala, accusato di non avere emesso ordinanza di demolizione per alcune opere “abusive” in un’abitazione privata, per le quali c’era stato un “diniego di sanatoria”.

Un possibile caso “di scuola” di abuso d’ufficio (ma ormai non può essere più contestato dalla Procura) potrebbe essere quello venuto alla ribalta lo scorso dicembre, quando saltò fuori la notizia che una componente dell’ “equipe multidisciplinare” assunta dal Comune di Marsala, prima a tempo determinato e poi stabilizzata con rapporto a tempo indeterminato utilizzando la “legge Madia”, è figlia del presidente (l’ex ragioniere capo del Comune Nicola Fiocca) della commissione esaminatrice del concorso per soli titoli. Ne abbiamo parlato abbondantemente su Tp24.

Il fatto emerse dalla relazione conclusiva sull’indagine condotta in merito all’assunzione dell’equipe dalla commissione consiliare Accesso agli atti, presieduta da Rino Passalacqua (area centrosinistra). Nella relazione della commissione consiliare Accesso agli atti si legge che è stato audito il segretario generale del Comune di Marsala, che ha spiegato che la legge prevede una “incompatibilità” tra membri della commissione esaminatrice e candidati fino al quarto grado di parentela. Il presidente della commissione consiliare conclude scrivendo che la relazione conclusiva sull’indagine viene trasmessa al segretario generale del Comune e al sindaco Massimo Grillo “per le valutazioni e azioni che sono di loro competenza”.

Adesso, con la riforma Nordio, tutta carta straccia…