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15/09/2024 06:00:00

E mentre le carceri scoppiano, il governo alza la fiamma

di Katia Regina

 Le carceri, già strapiene come pentole a pressione, stanno per scoppiare. E cosa fa il governo, invece di abbassare il fuoco? Aggiunge nuovi reati che prevedono il carcere.

Mia nonna avrebbe detto: mi mittissi 'u giummu comu i tuicchi, ovvero mi metterei il fiocco come gli islamici. Un’espressione usata dalle nostre parti per descrivere qualcosa di inconcepibile, che per essere accettata richiederebbe un cambio totale di prospettiva, al pari di una conversione religiosa.


Ma lasciamo stare mia nonna e concentriamoci su quello che sta facendo il governo. Da quando è in carica, ha già introdotto otto nuovi reati, ma non un'accelerata su una riforma carceraria che restituisca un minimo di dignità ai detenuti e a chi lavora a stretto contatto con loro. E quanto costa inasprire le pene o introdurre nuovi reati? Zero. Non c’è bisogno di ulteriori spiegazioni.

Con l'ultimo emendamento alla giustizia, che attende di essere completato, arriva anche un inasprimento delle pene per chi occupa abusivamente un immobile: da due a sette anni di carcere. Per essere sicuri che le celle siano ben stipate.

Dati precisi sulle occupazioni abusive non esistono: è un fenomeno dinamico, clandestino, e quindi difficile da censire. Una cosa però è certa: chi occupa abusivamente sono per lo più persone in difficoltà economica o immigrati irregolari, insomma, povera gente. E non sembra che questo governo abbia una particolare attenzione per chi è in queste condizioni, specie se immigrato.

La Lega, intanto, esulta per questo nuovo articolo di legge, fortemente voluto per colpire, tra gli altri, Ilaria Salis, l'europarlamentare di AVS, che pare abbia un precedente di questo tipo. Ma attenzione: oltre ai poveracci e, forse, Ilaria Salis, tra gli occupanti abusivi ci sono anche gruppi organizzati. E tra questi vorrei citare Casapound, un’associazione culturale (?) di ispirazione neofascista, che occupa illegalmente, da vent'anni, un immobile vicino alla stazione Termini di Roma.

Solo l’esistenza di un movimento del genere dovrebbe preoccupare chi ha giurato sulla Costituzione, che nella XII disposizione transitoria vieta la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista. Eppure, sembra che non sia così facile valutare il pericolo reale di un'organizzazione simile in un paese democratico, dove libertà di espressione e associazione sono diritti sacri. Se non ci sono riusciti i governi di centrosinistra a dichiarare Casapound fuori legge, non mi aspetto certo che lo faccia questo governo, che conta quei voti tra i suoi elettori. E magari ha ragione quel signore che abita nel quartiere di Roma accanto al grande portone di legno al civico 8 di via Napoleone III; non è che i fascisti siano tornati. Non se ne sono mai andati da qui.

Consigli per la lettura: “CasaPound Italia. Fascisti del terzo millennio”, Elia Rosati, Mimesis Edizioni

(Qui la testimonianza di un ex militante di Casapound)