Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
16/09/2024 14:22:00

Operazione antimafia ad Alcamo e Calatafimi: chi sono i vertici delle famiglie mafiose locali  

 È stata un'operazione di grande rilievo quella condotta dalle forze dell'ordine in provincia di Trapani, che ha portato all'arresto di otto persone accusate di far parte delle famiglie mafiose di Alcamo e Calatafimi. Tra gli arrestati ci sono Francesco Coppola, Nicolò Coppola, Giosuè Di Gregorio, Gregorio Savio Ascari, Antonino Minio, Giuseppe Sciacchitano, Fabio Ciotti e Salvatore Li Bassi. Secondo l'ordinanza emessa dal Tribunale, i fermati avrebbero partecipato attivamente all'associazione mafiosa denominata "Cosa Nostra", avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo per commettere una serie di crimini volti a controllare attività economiche e influenzare la vita politica e amministrativa del territorio.

I ruoli chiave all'interno dell'organizzazione

Francesco Coppola è indicato come il promotore e capo della famiglia mafiosa di Alcamo. Era lui a impartire direttive, presiedere riunioni e mantenere i collegamenti con altre articolazioni di Cosa Nostra, coordinando le attività illecite e commettendo reati associati all'organizzazione mafiosa.

Giosuè Di Gregorio, al fianco di Coppola, gestiva i contatti con esponenti di altre famiglie mafiose e della 'ndrangheta calabrese, come Pietro Bonanno, Salvatore Libassi e Giorgio Jerino. Di Gregorio era un punto di riferimento per la risoluzione di conflitti interni o esterni alla famiglia, e si occupava anche di attività economiche riconducibili alla mafia.

Salvatore Li Bassi, invece, era il promotore della famiglia mafiosa di Calatafimi-Segesta. Anche lui, come Coppola, dirigeva riunioni e manteneva i contatti con esponenti di altre famiglie mafiose, come Di Gregorio, contribuendo alla gestione degli affari illeciti dell'organizzazione.

Partecipanti e ruoli di supporto

Gregorio Savio Ascari partecipava attivamente alla famiglia mafiosa di Alcamo, facilitando i contatti tra Francesco Coppola e altri membri della famiglia mafiosa, contribuendo a mantenere l'ordine interno e custodendo armi per conto dell'organizzazione. Ascari si occupava anche del sostegno al detenuto Antonino Melodia.

Antonino Minio era coinvolto nella gestione diretta di attività economiche controllate dalla mafia alcamese e manteneva i contatti tra i vertici dell'organizzazione.

Giuseppe Sciacchitano svolgeva il ruolo di autista di Francesco Coppola, facilitando gli incontri con altri esponenti della famiglia mafiosa. Inoltre, custodiva il telefono cellulare di Coppola durante le riunioni riservate.

Fabio Ciotti e Nicolò Coppola partecipavano alle attività della famiglia mafiosa di Alcamo, gestendo attività economiche e commettendo crimini volti a rafforzare l'associazione mafiosa. Nicolò Coppola, in particolare, avrebbe sfruttato la sua posizione per ottenere commesse lavorative.

Le accuse e gli sviluppi

Tutti gli arrestati sono accusati di associazione mafiosa ai sensi dell'articolo 416 bis del codice penale. In particolare, vengono loro contestati reati che spaziano dall'acquisizione del controllo su attività economiche e concessioni pubbliche fino alla commissione di atti intimidatori per garantirsi vantaggi illeciti. Alcuni degli imputati devono rispondere anche di specifiche aggravanti, come il reato commesso mentre erano già sottoposti a misure di prevenzione.

Questa operazione rappresenta un duro colpo per le famiglie mafiose di Alcamo e Calatafimi, che da tempo esercitavano un controllo capillare sul territorio.