Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
22/09/2024 06:00:00

La Sanità in Sicilia e il PNRR, ecco come è andato il convegno a Palazzo dei Normanni

 Si è svolto a Palermo, a Palazzo dei Normanni, venerdì pomeriggio, il Forum Meridiano Sanità Sicilia. L’evento dal titolo, “La sanità in Sicilia. Riforma in atto e attuazione del PNRR”, giunto quest’anno alla quarta edizione, patrocinato dall’Assemblea Regionale Siciliana e dall’Assessorato della Salute della Regione, è stato realizzato da The European House – Ambrosetti (TEHA) con il contributo non condizionante di GSK, Johnson&Johnson e Pfizer. Il tema cruciale è stato incentrato sul Pnrr e il rafforzamento dell’assistenza territoriale e ospedaliera e il DM77, con nuovi modelli organizzativi e gestionali per rafforzare le attività di prevenzione e la gestione delle cronicità.

Salvatore Iacolino, Dirigente Generale del Dipartimento per la pianificazione strategica dell’Assessorato della Salute della Regione Siciliana, ha sottolineato come sia essenziale “il confronto fra i diversi protagonisti del sistema sanitario, rappresenta un momento di arricchimento complessivo che può favorire la modernizzazione del Servizio Sanitario Regionale nella rinnovata programmazione determinata dagli ambiziosi progetti del PNRR sui quali è quotidianamente impegnata la Regione Siciliana”.

In un quadro nazionale di invecchiamento della popolazione – oggi il 24% degli italiani ha più di 65 anni e crescerà al 34,5% nel 2050 – e dalla bassa natalità, con un indice di dipendenza dagli anziani tra i più alti d’Europa, la Sicilia può invece contare su una popolazione più giovane della media italiana – l’età media in Sicilia è 45,4 anni, rispetto a 46,6 della media del Paese – e su un tasso di fertilità secondo solo alle Province Autonome di Trento e Bolzano con 1,35 figli per donna. L’aumento delle prevalenze delle patologie ad alto impatto, a partire dalle malattie cardiovascolari, metaboliche e dai tumori è determinato non solo dall’invecchiamento. I dati sui fattori di rischio comportamentali - fumo, sedentarietà, alcol e alimentazione scorretta – in Sicilia, come in buona parte delle Regioni del Mezzogiorno, mostrano dati preoccupanti. Il 52,5% dei siciliani non fa attività fisica regolare, il 21,6% fuma e appena il 10,1% segue una alimentazione corretta; decisamente migliore invece l’indicatore sul consumo di alcol a maggior rischio per la salute.

E’ necessaria l’adozione di modelli gestionali-organizzativi che promuovano una presa in carico multidisciplinare del paziente cronico, tenendo conto della conformazione geografica della Regione: un territorio prevalentemente collinare e montuoso (per estensione, la Sicilia è la 1° Regione italiana con 25.824 km2), con 19 isole e il 50% dei comuni con meno di 5.000 abitanti, in cui risiede appena il 9,5% della popolazione. Nel 2023 è entrata nel vivo in Sicilia, come nelle altre Regioni italiane, la messa a terra del PNRR, che si inserisce in un più ampio processo di riorganizzazione e rafforzamento dell’intera rete ospedaliera regionale e delle reti di patologia, come la Rete Oncologica e anche quella Ematologica.

Salvatore Requirez, Dirigente Generale del Dipartimento per le attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico dell’Assessorato della Salute, ha sottolineato come “L’applicazione del D.M. 77/2022, in particolare, rappresenta un’impegnativa sfida per il SSR della Regione. Attraverso i competenti Dipartimenti, l’Assessorato della Salute sta operando secondo due canali diversi e paralleli: da un lato l’attivazione delle strutture introdotte dalla legge (Case di Comunità, Ospedali di Comunità, COT, etc.) e dall’altro la piena attivazione delle funzioni inerenti l’ottimizzazione dei Servizi Sanitari Territoriali”. Ha poi aggiunto che “La prontezza di risposta al bisogno di salute non è solo una vicenda di definizione strutturale ma un problema di transizione e di funzioni. Nella nostra regione negli atti delle Asp non c’è un atto uguale all’altro. Dobbiamo allinearci a delle modalità che devono guardare a modelli alti. Per fare questo bisogna parlare ai medici per ripartire dalla funzionalità. Noi continuiamo a essere fanalino di coda nello screening di alcuni tumori. Il DM 77 va consumato in maniera precisa. C’è necessità di una attività di formazione, la prevenzione primaria e secondaria sono manovre di economia sanitaria più efficaci. Per fare questo ci vuole una scelta di priorità che va applicata con obiettivi stringenti ai direttori sanitari”.

A inizio settembre risultano completati i lavori di 50 Centrali Operative Territoriali, avviati i lavori di 40 case della Comunità e di 11 Ospedali Comunità; entro fine ottobre si prevede di attivare altre 100 Case e 43 Ospedali. Un’attenta gestione dei processi di approvvigionamento e la conseguente generazione di economie progettuali hanno consentito l’acquisizione di ulteriori 36 grandi apparecchiature aggiuntive oltre alle 262 inizialmente previste. Per contribuire ad accelerare le attività e monitorare il rispetto dei tempi previsti dal cronoprogramma, alcuni giorni fa il Presidente Schifani ha istituito una struttura interna di monitoraggio.

Intervento oculato quello di Salvatore Calvaruso della Cimest: “ Oggi si parla di ulteriori ambulatori che sorgeranno all’intento delle farmacie. Che senso ha? Speriamo che vengano richiesti gli stessi requisiti che vengono chiesti a noi centri convenzionati. Potenziamo quello che abbiamo, mettiamo in rete ciò che abbiamo. Non c’è bisogno di ulteriori strutture che devono erogare le stesse prestazioni di noi centri accreditati. Le risorse da dove saranno prese? Dallo stesso capitolo di spesa? Ci saranno risorse aggiuntive? E come mai non sono state prima d’ora date a chi opera da 40 anni? La proposta è: si deve potenziare l’esistente”.

Barbara Cittadini, presidente di AIOP Sicilia, si è soffermata sulla necessità di un Patto sociale per garantire il diritto alla salute, sottolineando come i privati e i convenzionati “Facciano parte di un sistema pubblico a gestione privata. Finora Abbiamo erogato 17 mila prestazioni ad alta complessità, riducendo la mobilità sanitaria. Se le risorse si investono bene si evita la mobilità passiva. È stata fatta una programmazione con risorse a cui abbiamo plaudito per ridurre le liste di attesa. Sono soldi investiti per i siciliani. Abbiamo però problemi cronici, abbiamo competenze e professionalità per farlo. La rete è unica e se lo decidiamo abbiamo la possibilità di non condannare i siciliani alla mobilità e soprattutto alla rinuncia alle cure”. La Cittadini ha poi sottolineato che il Dl95, che ha bloccato le assunzioni nella sanità pubblica pubblica, è stato superato dal governo Meloni.

Al tavolo dei relatori il coordinatore regionale Pieremilio Vasta di Rete Civica della Salute, che ha evidenziato come sia urgente il riequilibrio per superare le disconnessioni tra prevenzione, medicina di base, ospedalizzazioni e riabilitazione: "La casa di comunità serve per attuare la medicina di prossimità, superare le dicotomie. Realizzare una svolta culturale con investimenti formativi, intervenire con l’università e le scuole di medici. Le scuole di medicina sono ancora in mano ad accademici. La politica deve interessarsi di questo, la scommessa è difficilissima ma non possiamo mancarla”.

Tra digitalizzazione e cartella clinica, risparmio in Sanità e case di comunità la sfida a cui la Sicilia è chiamata non è perdibile. Il Pnrr nasce proprio per ridurre le disuguaglianze tra Nord e Sud, per una innovazione di processo e di sistema. Del resto la Missione 6 è l’unica che si incardina in un unico Ministero, quello della Salute.