Molti, tra sindaci e Autorità, inizialmente scettici sull'efficacia del progetto "Per l'Alto mare aperto", hanno pubblicamente cambiato idea durante la conferenza di chiusura tenutasi all'ex Tonnara di Favignana. L'iniziativa, fortemente voluta da Rosanna Provenzano, direttrice dell'Ufficio per l'Esecuzione Penale Esterna di Trapani, ha concretamente trasformato la vita di venti persone soggette a misure cautelari, restituendole alla società dopo un percorso di recupero guidato da Angela Adragna, responsabile del progetto e funzionario dell'Ulepe e Oriana Ribaudo.
Questi venti uomini, un tempo persi nelle difficoltà della vita, hanno trovato nella vela una nuova dignità e la spinta per cambiare. Hanno imparato a comprendere il mare, rispettandone le regole e collaborando come un vero equipaggio. Hanno scoperto che anche nelle sfide più dure, l'unione e la resilienza sono la chiave.
Non si è trattato di una semplice gita in barca, ma di un'esperienza di reinserimento sociale profonda, un viaggio interiore dove il mare diventa metafora di libertà e responsabilità. Un viaggio in cui ogni partecipante, come uno skipper al timone, ha avuto la responsabilità di governare il vento e la propria vita.
Il "Libro di bordo"
L'andare su barca a vela è stato concepito come una metafora della vita, un viaggio esistenziale alla riscoperta di sé. Attraverso lo storytelling, i partecipanti sono stati guidati dalla psicologa vela-terapista, Serena Di Marco in un percorso introspettivo, imparando a conoscersi, raccontarsi e ascoltarsi.
La loro storia è raccontata nel "Libro di bordo" dove viene narrata l'esperienza delle persone sottoposti da misura cautelare, inclusi due ergastolani, a gruppi di massimo cinque raggruppati su due barche a vela, un catamarano e una barca a doppio albero provenienti da Trapani, Marsala, Mazara del Vallo e Castellammare del Golfo.
Libro di bordo che il direttore Direttore Generale dell'Esecuzione Penale Esterna-Ministero della Giustizia, Domenico Arena ha voluto leggere in anteprima. "Mi ha colpito particolarmente - racconta - l'esternazione di uno di loro: 'certo è un'altra cosa rispetto agli scarafaggi che uccidevo in cella per passare il tempo, perché sembra un altro mondo. Questa esperienza è importante per tutta la collettività a patto che ci sia reale recupero della persona".
Una riflessione condivisa anche da Daniela Lupo, Prefetto di Trapani: “È una ricchezza quando le istituzioni fanno rete – aggiunge il Prefetto - e quando includono le persone più fragili è un successo. Il mare poi è un elemento di unione, riflessione e profonda collaborazione. Nel mare queste persone rivivono regole che sono poi quelle della coesione sociale". Progetto sostenuto e promosso anche e soprattutto da Francesco Forgione sindaco di Favignana, simbolo di integrazione e di riabilitazione sociale.
"Preferisco 'Per l'alto mare aperto' a Mare fuori": salvati anche migranti in mare
Ispirato alla celebre frase di Dante "Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza", Per l'Alto mare aperto ha utilizzato il mare come metafora di un viaggio esistenziale alla riscoperta di sé. Attraverso la pratica della vela, i partecipanti hanno imparato il valore della collaborazione, del rispetto delle regole e dell'affidarsi al capitano, sperimentando un senso di libertà e responsabilità.
"Ma cosa significa andare per mare? Significa anche vivere esperienze come quella che ha avuto il catamarano di Marsala: mentre navigavamo qui, c'è stato un avvistamento di un gommone con possibili migranti. Mi hanno chiamato dicendo 'Capitano, volevo segnalare che abbiamo avvistato un gommone con presunti clandestini' - racconta Fabio Cassone, comandante della Capitaneria di Porto, parte attiva del progetto - Il mare ti insegna molte cose: ti mostra come può essere utilizzato, ma anche che esistono regole da rispettare. Credo che i ragazzi abbiano imparato le andature della barca a vela e che, anche quando si naviga controvento, si può comunque andare avanti. Basta rispettare le regole, regolare le vele e tenere il boma al sicuro, e si può risalire il vento. E poi lasciatemi dire, io preferisco 'Per l'alto mare aperto' a 'Mare fuori' "
Per solcare il mare a vele spiegate nel segno della legalità e dell'inclusione sociale per attivare percorsi di cambiamento, si sono quindi utilizzate imbarcazioni sequestrate alla criminalità organizzata. Come Ad Astra, la nave di Castellammare del Golfo, sequestrata a due scafisti, con a bordo 53 persone stipate nel piccolo cabinato, come raccontato da Giuseppe Stabile, capitano della Capitaneria di Porto di Castellammare del Golfo.
La testimonianza di Pietro
Lui è Pietro, e insieme a Piero e Luciano hanno fatto parte dell'equipaggio della barca a vela Ad Astra. Lui ha tenuto a raccontarsi, per testimoniare quanto la cocaina può essere deleteria. Oggi è quasi a fine pena è iscritto all'università "mi sono diplomato in carcere", e sorride, felice. Partecipa al progetto 'Per l'Alto mare aperto' in modo attivo, insieme ai suoi compagni di navigazione: Piero appassionato di motogp e Luciano, che vorrebbe tornare a fare il panettiere.
Appena sceso a Favignana con tutti gli altri ha svolto l'attività sociale raccogliendo la spazzatura sulla spiaggia La Plaia, driblando i bagnanti. Una signora li ha ringraziati, un'altra ha chiesto se fossero lì anche il giorno dopo perché avrebbe voluto aiutarli.
Nella sua lunga lettera, ringrazia tutti anche i ragazzi dell'Istituto nautico che nonostante la giovane età hanno comunicato e insegnato tanto.
"Ringrazio tutti coloro che hanno reso possibile questa esperienza. Il progetto mi ha permesso di riaffiorare emozioni e sentimenti che avevo sepolto a causa della mia dipendenza. Ho ripensato ai miei errori e al tempo perso con le mie figlie. Il mare e la sua forza mi hanno aiutato a riflettere e a rivivere emozioni che credevo perdute. Spero che la mia storia possa essere d'aiuto a chi ha problemi simili ai miei. La mia speranza è che ognuno possa trovare pace e serenità, affidandosi a Dio e cercando aiuto. Che il mio percorso sia d'esempio per chi sceglie la vita".
In mare da giugno, grazie alla cooperazione
'Per l'Alto mare aperto' è stato avviato a giugno, dall'equipe dell'Ulepe nominata dalla direttrice Rossana Provenzano, coordinato da Angela Adragna responsabile del progetto e Oriana Ribaudo, e con il supporto di Serena Di Marco, psicologa vela-terapista.
Il progetto ha visto anche il coinvolgimento di professionisti del campo della psicologia e della psicoterapia, tra cui Silvia Sabella.
I quattro moduli, ognuno dei quali ha visto la collaborazione di una sezione della Lega Navale, sono stati realizzati in partenariato con la Capitaneria di Porto, sotto la direzione del Comandante Fabio Cassone, e i Sindaci dei Comuni di Trapani, Marsala, Mazara del Vallo, Castellammare del Golfo e Favignana.
Con il prezioso aiuto del presidente della lega navale della Sicilia occidentale Beppe Tisci, il progetto ha avuto il supporto operativo-logistico delle quattro sezioni della Lega Navale del distretto – Trapani (Pres. Culcasi), Marsala (Pres. Sata), Mazara del Vallo (Pres. Tilotta) e Castellammare del Golfo (Pres. Stabile) – e dei Dirigenti Scolastici degli Istituti Nautici di Trapani, Mazara del Vallo e Castellammare del Golfo.
Il progetto si è strutturato in quattro moduli, ognuno con la collaborazione delle singole sezioni di LNI. A conclusione di ciascun modulo, una giornata dedicata alla pulizia di un sito marino messo a disposizione dal Comune, con il supporto delle principali associazioni in materia ambientale del territorio (in particolare Plastic free e Legambiente)
Ogni imbarcazione è stata guidata da skipper professionisti: sul catamarano proveniente da Marsala, Pietro Cudìa, per la barca a vela da Trapani, Bartolo Virzi; da Mazara del Vallo, Gaspare Russo e Giuseppe Passalacqua; da Castellammare del Golfo, Giuseppe Stabile.