Assolto anche in appello l’ex consigliere comunale Alfonso Marrone. Era accusato di falso ideologico e truffa in danno del suo datore di lavoro, la Casa di Cura Morana, che lo licenziò alla fine del 2017.
In primo grado, nel gennaio 2023, ad assolverlo era stato il giudice monocratico di Marsala Massimiliano Alagna. Adesso, invece, la seconda sezione della Corte d'Appello di Palermo.
Il procedimento penale era scaturito dalla vicenda sfociata nel licenziamento di Marrone da parte della Casa di Cura Morana, dove l’ex consigliere comunale prestava servizio dal 1990 come infermiere professionale (da tempo era caposala).
Nel 2017, però, Marrone (all’epoca, capogruppo di “Una Voce per Marsala”) si sarebbe più volte assentato dal lavoro motivando di dover partecipare alle riunioni delle commissioni consiliari, ma secondo l’accusa avrebbe fatto altro. E per questo, nel novembre 2017, è stato licenziato. Licenziamento che nell’ottobre 2018 è stato ritenuto “legittimo” dal giudice del lavoro del Tribunale di Marsala. E poi confermato anche dalla Corte d’appello di Palermo. Per il giudice del lavoro di Marsala risultavano fondate le contestazioni “quantomeno in relazione alle giornate del 26, 27 e 28 giugno, 26 luglio 2017”. Per assolvere al loro mandato amministrativo i consiglieri hanno diritto fino a 36 ore mensili di permesso, retribuite, più altre 24 non retribuite. E quando è lavoratore dipendente, il Comune rimborsa poi, nei limiti di legge, il datore di lavoro. Il licenziamento scattò a seguito di alcuni controlli svolti dal datore di lavoro, che si affidò ad un investigatore privato per seguire i movimenti di Marrone. E l’investigatore privato affermò di avere scoperto che più volte Marrone, nei giorni e nelle ore in cui chiedeva il permesso di assentarsi dal lavoro per partecipare alle riunioni delle commissioni consiliari, in realtà era altrove e faceva altro. Sette, tra il 31 maggio e il 31 luglio 2017, erano i casi contestati nel processo penale. Per la giustizia penale, però, Marrone non ha commesso i due reati contestati. A difenderlo, in appello è stato l’avvocato Carlo Massimo Zaccarini, che ha dichiarato: “La conferma di questa sentenza oltre che ristabilire la verità dei fatti affermando la correttezza di Marrone, restituisce giusta dignità a chi ha patito indicibili sofferenze per fatti inesistenti che dovranno essere esaminati in altre sedi”. Insomma, la battaglia davanti alla magistratura non è ancora conclusa.