La Sicilia si trova al centro di un nuovo dibattito cruciale sul futuro della gestione dei rifiuti, e a guidare la battaglia è la campagna "Futuro in cenere", promossa da Zero Waste Italy. Manuela Leone, coordinatrice di Transistor del Sud Italia e referente per la Sicilia di Zero Waste Italy, ci ha parlato della visione che sta dietro questa iniziativa e del perché l'opposizione agli inceneritori rappresenta una scelta non solo ecologica, ma anche economica e strategica per il futuro dell'isola.
"Dobbiamo dire 'contro' gli inceneritori in Sicilia, ma in realtà avremmo voluto dire per lo sviluppo dell'economia circolare e per una gestione virtuosa dei rifiuti," ha spiegato Manuela Leone. L'obiettivo della campagna è chiaro: evitare che il futuro della Sicilia venga "incenerito" e promuovere invece un modello di gestione dei rifiuti basato sul recupero delle materie prime e sul loro riutilizzo.
L'allarme lanciato da Leone si inserisce in un contesto di avanzamento del piano del governo siciliano, che ha già individuato due aree per la costruzione di inceneritori, a Palermo e Catania. Tuttavia, l'attivista sottolinea che gli inceneritori sono una tecnologia superata, riconosciuta come obsoleta anche in paesi che storicamente li hanno adottati. "La governance del governo siciliano guarda al passato della gestione dei rifiuti. Questi impianti sono ormai riconosciuti come obsoleti e vengono progressivamente decommissionati," ha detto, citando anche l'esempio della Danimarca.
Leone insiste sul fatto che esistono soluzioni alternative all'incenerimento, soluzioni che guardano al recupero di materie prime e alla creazione di un'economia circolare. Invece di investire risorse in impianti inquinanti, propone di costruire impianti per il trattamento dei rifiuti, che permettano di generare nuove economie per il territorio. "La Sicilia è fortemente carente di impianti per il trattamento di carta, plastica, tessili e altre materie che potrebbero diventare risorse economiche distribuite su tutto il territorio, anziché limitarsi a due grandi impianti."
Un altro punto critico sollevato riguarda la gestione dei fondi. Leone denuncia che "ottocento milioni di euro, il settanta per cento dei fondi dell'Unione Europea, sono destinati esclusivamente a due impianti, lasciando fuori tutte le altre opportunità per il territorio". A suo avviso, questi fondi dovrebbero invece essere investiti in impianti che possano davvero fare la differenza a lungo termine, creando posti di lavoro e benefici per tutta la popolazione siciliana.
Infine, la referente di Zero Waste Italy invita a guardare al futuro della Sicilia in termini di economia e benessere del territorio, chiedendo una visione strategica che non si limiti a soluzioni immediate, ma che consideri l'impatto di lungo termine delle scelte attuali.
La campagna "Futuro in cenere" vuole dunque stimolare un dibattito che vada oltre la semplice contrapposizione tra favorevoli e contrari agli inceneritori, proponendo una visione alternativa basata su modelli di economia circolare, sostenibilità e gestione virtuosa delle risorse.