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30/10/2024 18:05:00

 Castellammare, il Consiglio discute sul depuratore. Pareri contrastanti tra sindaco, consiglieri e deputati 

Il Consiglio comunale di Castellammare del Golfo ha approvato un ordine del giorno riguardante il progetto del nuovo depuratore, atteso da oltre mezzo secolo e cruciale per il trattamento delle acque reflue della zona. Il dibattito ha visto la partecipazione dell'assessore regionale Mimmo Turano e dei deputati regionali Giuseppe Bica e Dario Safina, oltre al Rup (Responsabile Unico del Procedimento), l’ingegnere Rosanna Grado, che ha illustrato alcuni dettagli tecnici legati alla posizione e all'impatto ambientale dell'impianto.

Criticità del progetto: accesso al porto e impatto ambientale
Nell’ordine del giorno, presentato dai capigruppo di maggioranza e minoranza, sono state evidenziate due criticità principali. La prima riguarda la posizione dell’impianto, che interferisce con l’attuale strada di accesso al porto; la seconda è la “fascia di rispetto” per i depuratori, che si sovrappone agli edifici di servizio portuale. Gli 8 consiglieri che hanno votato a favore (su 14 presenti) hanno chiesto all’amministrazione comunale di cercare soluzioni che rispettino viabilità e paesaggio, evitando disagi per il porto. Al contrario, 4 consiglieri di minoranza, la consigliera di maggioranza Rita Barone e il presidente del Consiglio comunale Giuseppe Ancona hanno votato contro l’ordine del giorno.

Il sindaco Fausto: "Ereditato un progetto con gravi criticità"
Durante la seduta, il sindaco Giuseppe Fausto ha espresso il suo disappunto per la gestione pregressa del progetto, affermando che si sono accumulati problemi non risolti: “Ci siamo ritrovati in eredità un progetto con gravi criticità che non sono state evidenziate in precedenza”. Fausto ha sottolineato l’importanza del depuratore per Castellammare, affermando che, nonostante le problematiche legate alla posizione dell’impianto, è fondamentale completare i lavori senza ulteriori ritardi. Ha inoltre chiesto alla struttura commissariale e alla deputazione regionale di superare i vincoli imposti dalla fascia di rispetto, così da evitare conflitti con le infrastrutture portuali esistenti.

Costi del depuratore e impatto delle procedure d’infrazione
Il progetto, originariamente finanziato con 23,5 milioni di euro, ha visto i costi lievitare a oltre 38 milioni. Castellammare rientra tra i comuni italiani in procedura d’infrazione comunitaria per la mancata depurazione delle acque reflue, con l’Italia già sotto sentenza della Corte di Giustizia Europea. La struttura commissariale dispone di fondi per coprire i costi aggiuntivi, ma il sindaco e i consiglieri chiedono che l’opera venga realizzata in tempi brevi e senza compromettere il paesaggio e la funzionalità del porto.


I deputati regionali presenti hanno manifestato opinioni diverse riguardo al progetto. Mimmo Turano (Lega) ha espresso perplessità sulla posizione attuale del depuratore, situato in un'area che impedisce un facile accesso al porto e crea una “fascia di protezione” che limita le attività circostanti. Secondo Turano, è necessario trovare un’alternativa che preservi il paesaggio e consenta una viabilità adeguata, evitando un impatto visivo e logistico negativo.

Dario Safina (PD) ha evidenziato l’urgenza della realizzazione, spiegando che la qualità delle acque del porto dipende direttamente dall’impianto. Safina ha sottolineato che, pur con l’aumento dei costi, il progetto è ormai vicino all’avvio dei lavori, e ha proposto di approvare eventuali varianti dopo l’inizio della costruzione, anziché ricominciare tutto daccapo.

Giuseppe Bica (Fratelli d’Italia) ha ribadito che Castellammare non può permettersi di perdere i fondi stanziati. Ha suggerito di valutare possibili miglioramenti senza cambiare radicalmente il progetto, avviando un tavolo tecnico per gestire le questioni legate alla viabilità, specialmente con riferimento alla necessità di un accesso portuale alternativo che riduca la pressione sul centro storico.

La sfida futura: realizzare un depuratore efficace e integrato
Il Comune di Castellammare del Golfo si trova dunque di fronte a una sfida cruciale: conciliare le necessità ambientali e infrastrutturali del depuratore con il rispetto del paesaggio e la funzionalità portuale. Gli attori coinvolti – amministrazione, consiglio comunale, deputati regionali e struttura commissariale – dovranno lavorare in sinergia per trovare una soluzione che bilanci tutte le esigenze, senza ulteriori ritardi o perdite di fondi.