Sotto le tese di uno dei suoi cappelli Ludovico Corrao sorriderà sornione, da ieri la sua Gibellina è la prima Capitale Italiana dell’Arte Contemporanea per il 2026, proclamata dal Ministro Alessandro Giuli a Roma nella Sala Spadolini al Ministero della Cultura.
La provincia di Trapani ed esattamente quella parte di territorio limitrofa a Gibellina - per troppo tempo è stata legata a storie di cronaca, di mafia - oggi scrive una pagina diversa e alla sua maniera. Da tempo si cercava una narrazione diversa sui nostri territori, e chi ha lavorato alle diverse candidature sa di cosa stia parlando e di quanta fatica profusa.
La visione di quella Città così fortemente voluta da Corrao, ha preso forma e sostanza nell’aver convinto la commissione di giuria - e all’unanimità - che il Dossier Gibellina fosse la scelta naturale a interpretare nel miglior modo questo titolo.
Architetti, urbanisti, artisti ognuno di loro chiamati a dare un segno per il futuro di Gibellina Nuova e solo nominarne alcuni, Fausto Melotti Alessandro Mendini Francesco Venezia Oswald Mathias Ungers Alberto Burri Pietro Consagra Carla Accardi e potrei continuare, i loro pensieri e le loro opere sono aderenti - oggi - al tempo che viviamo.
Città di fondazione, città utopica (o distopica) in questi anni hanno alimentato dibattiti di varia natura, ma su una cosa credo si possa essere d’accordo: il Comune prima e la Fondazione Orestiadi a seguire ebbero come faro di rinascita la Cultura e le sue forze aggreganti. Coltivare pensieri positivi, affidandoli a maestri del contemporaneo già da allora, ha restituito il senso di quella scommessa.
L’urbanistica difforme rispetto ai paesi del Belìce e non solo, piazze non piazze, installazioni a segnare orizzonti tutto ha contribuito ad una narrazione coerente nel tempo; quando andai per la prima volta a Gibellina, dentro a degli edifici (che forse erano stati pensati per essere scuole), visitai un Museo: una della collezioni di arte contemporanea più ricche a mia memoria - oggi è il MAC Ludovico Corrao -.
Da sempre a Gibellina una regia sapiente ci ha donato forme espressive quali teatro danza musica poesia, e sono state sempre un passo avanti alle proposte del tempo non in Sicilia ma in Italia e forse anche oltre, e la Fondazione Orestiadi ha mantenuto alta la sua offerta: ricerca e sperimentazione già quarant’anni addietro, oggi linguaggi d’uso nel mondo mantenendo la barra dritta, non è stato facile ma la coerenza paga.
Ascoltare Musiche dal Mondo a Palazzo di Lorenzo alla fine degli anni ’80, o assistere alle prime mondiali di Bob Wilson e Philip Glass giusto trent’anni addietro è stato vivere anzitempo un contemporaneo.
Oggi è il tempo di fare sintesi, mi piace scrivere SIAMO Capitale del Contemporaneo: è un territorio che deve portare la fierezza di essere testimone e, per il tramite della Cultura che si propongano altre visioni di crescita e consapevolezza in coerenza con quanto fatto.
Un anno per imbastire progetti che porteranno il 2026 e Gibellina a raccontarsi al mondo; sono preziose opportunità non da cogliere ma da svolgere con le migliori intenzioni.
All’ingresso di Gibellina c’è una installazione monumentale di Pietro Consagra_Ingresso al Belìce _ oggi più che mai farà da viatico a questo titolo; adesso a chiudere un pensiero di Francesca Corrao, figlia di Ludovico a sottolineare questo momento storico:
“Gibellina Capitale del Contemporaneo, è una grandissima vittoria per Ludovico Corrao che ha dedicato tutta la sua vita alla città di Gibellina - che nel '68 era stata devastata dal terremoto come tante altre città del Belìce - ed è la vittoria di tutta la Città e di tutto il territorio perché grazie a questo grande obiettivo che ci ha lasciato Ludovico Corrao, un obiettivo di rinascita al di là di tutte le difficoltà e questo è stato realizzato e sarà portato avanti con la ricerca continua di creare un sistema di alleanze e di collaborazioni. Perché senza creare fonti di comprensione fra le persone e le istituzioni e la società civile non potremo vincere una sfida che si presenta come una sfida globale, e Gibellina come in passato è stata e deve continuare ad essere un modello di coesione civile per creare una rinascita in nome del contemporaneo e dare un futuro al nostro territorio”.
giuseppe prode