Riceviamo e pubblichiamo la riflessione di un cittadino trapanese sulla tutela della riserva delle Saline di Trapani e Paceco, e sull'equilibrio tra l'uomo e natura che spesso si fatica a trovare.
Mi chiamo Ales Manuelo e sono un cittadino trapanese. Mi permetto di rivolgermi a Lei e al giornale che dirige (colgo l’occasione per ringraziarvi del lavoro che svolgete quotidianamente) perché desidero condividere una riflessione sul malessere che, da qualche anno, percepisco nella nostra città. Scavando sotto la superficie dei sentimenti e dei risentimenti che provo e continuo a provare, mi ritrovo spesso a cercare le ragioni, le radici e le passioni di questo disagio, senza riuscire pienamente a comprenderle.
Con grande interesse e sensibilità, ho partecipato all’incontro che si è tenuto qualche settimana fa presso la Camera di Commercio, dedicato al tema "Saline: Tutela e Innovazione". Diversi gli interventi degli ospiti, alcuni dei quali molto interessanti, come quello dell’architetto Carlo FoderaÌ€, che ha descritto con passione e competenza molti aspetti tecnici e strutturali della riserva. Ho seguito anche l’intervento della direttrice della Riserva Naturale Orientata Saline di Trapani e Paceco, Silvana Piacentino, che ha incentrato le sue argomentazioni sulla tutela e salvaguardia dell’area.
Erano presenti anche numerosi sindaci del territorio, e la cronaca racconta di iniziative politiche che, per ovvie ragioni, potrebbero scontrarsi con la necessità di tutelare un luogo tanto prezioso.
Non intendo elencare le progettualità a ridosso dell’area delle saline, alcune delle quali già deliberate dai comuni pertinenti. Tuttavia, mi chiedo dove fosse la dottoressa Piacentino quando è stata deliberata e successivamente realizzata l'RSA vicino a via Virgilio? E lo stesso vale per la delibera riguardante il controverso e anacronistico sottopasso, che insiste su un'area di circa 20.000 metri quadri di verde pubblico, un’area IBA (Important Bird Area). Queste aree rivestono un ruolo chiave per la salvaguardia degli uccelli e della biodiversità, la cui identificazione è parte di un progetto globale curato da Bird Life International. L’area a cui mi riferisco si trova in prossimità della riserva delle saline, già parzialmente compromessa e non adeguatamente difesa.
Durante l’incontro è stato più volte sottolineato il bisogno di proteggere le aree confinanti alla riserva, un punto ribadito dalla dottoressa Piacentino nel suo intervento. Tuttavia, ciò che provo è una sorta di “passione triste” che sento accomunare molti di noi. Difendere una causa o un principio non può ridursi a una scelta di convenienza. Non può, insomma, essere paragonato al "Faust" di Goethe, che evidenzia la lotta eterna tra i vizi e le virtù dell’essere umano.
Chi è custode e difensore dell’ambiente non può restare in silenzio dinanzi a determinate azioni. La tutela dell’ambiente non ha confini: è tutto un patrimonio da difendere. A mio avviso, non è una questione di competenza territoriale, ma di coerenza e rispetto per sé stessi e per chi, come me, desidera un equilibrio duraturo tra uomo e natura, senza metri cubi di cemento sponsorizzati dal PNRR.