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06/11/2024 06:00:00

Violenza sulle donne. Una strage silenziosa verso il 25 Novembre

Si avvicina il 25 novembre, la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza sulle donne, istituita nel 1999 dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. La programmazione per commemorare le vittime è già in corso, mentre nel 2024 il numero dei femminicidi supera le 90 donne uccise, spesso per mano di partner dopo relazioni lunghe e travagliate. Il termine femminicidio si riferisce agli omicidi contro le donne, in particolare quando sono l’atto finale di un ciclo di violenza economica, psicologica, fisica o sessuale.

I primi riferimenti ufficiali al termine femminicidio risalgono a una Risoluzione del Parlamento europeo dell'11 ottobre 2007. Marcela Lagarde, antropologa messicana e studiosa del fenomeno, definisce il femminicidio come “la forma estrema della violenza di genere contro le donne, prodotto dalla violazione dei suoi diritti umani in ambito pubblico e privato attraverso varie condotte misogine, quali maltrattamenti, violenza fisica, psicologica, sessuale, educativa, sul lavoro, economica, patrimoniale, familiare, comunitaria e istituzionale, che comportano l'impunità delle condotte poste in essere tanto a livello sociale quanto da parte dello Stato e che, ponendo la donna in una condizione indifesa e di rischio, possono culminare nell'uccisione o nel tentativo di uccisione della donna stessa.”

I numeri del femminicidio restano allarmanti, e poche sono ancora le donne che decidono di denunciare abusi o violenze subite. Oggi, però, le donne hanno una maggiore consapevolezza dei propri diritti, grazie a una rete sociale più solida. Tuttavia, si continua spesso a parlare di questi casi come momenti di follia o raptus, mentre si tratta in molti casi di delitti annunciati.

I dati del Ministero dell’Interno

Nell’ultimo report del Viminale, relativo al periodo 1 gennaio – 3 novembre 2024, sono stati registrati 263 omicidi, con 96 vittime donne, di cui 82 uccise in ambito familiare o affettivo. Tra queste, 51 sono state uccise dal partner o ex partner. Si registra un lieve decremento rispetto all'anno precedente: i delitti in ambito familiare o affettivo sono scesi da 131 a 125 (-5%), e le vittime femminili da 87 a 82 (-6%). Anche il numero degli omicidi commessi da partner o ex partner è in calo: da 62 a 58 (-6%), con una riduzione delle vittime femminili da 57 a 51 (-11%). Tra il 28 ottobre e il 3 novembre 2024, si sono verificati 4 omicidi, di cui 1 con vittima femminile in ambito familiare.

Il primo caso di femminicidio del 2024 in Italia è stato quello di Rosa D’Ascenzio, 71 anni, uccisa a Sant’Oreste, in provincia di Roma, dal marito, che ha usato un utensile da cucina, presumibilmente una padella, per toglierle la vita.

Vittime silenziose

Spettatori e vittime collaterali sono spesso i figli delle donne che subiscono violenza, gli orfani del femminicidio. Bambini e adolescenti che assistono a violenze domestiche, vittime invisibili e collaterali della cosiddetta violenza assistita, che necessitano di supporto psicologico per superare traumi che rischiano di perseguitarli a vita. Accanto a loro, le famiglie delle donne uccise – genitori, sorelle e fratelli – vittime anch’esse, condannate a vivere nel dolore senza appello.