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19/11/2024 06:00:00

La violenza sulle donne e la cultura patriarcale da combattere

 “Perché sedurla se puoi sedarla?” è la frase pronunciata da Aldo Palmeri, ex tronista di Uomini e Donne e titolare di un pub a Catania, in un video pubblicitario che ha scatenato indignazione. Il messaggio, travestito da trovata di marketing, è un chiaro esempio di come la donna venga ridotta a oggetto sessuale, in balia di un uomo che la guida, decide per lei e, in questo caso, persino la fa bere per piegarla al suo volere.

Il video prosegue con toni non meno inquietanti: “Valla a prendere, portala qui, falla bere. Con due drink tu sei già a posto. Ma lei... lei è già inf... è già tua”. Un messaggio che legittima comportamenti gravemente lesivi della dignità femminile e che, tecnicamente, richiama l'articolo 690 del codice penale, relativo alla “determinazione in altri dello stato di ubriachezza”.

La cultura patriarcale ancora radicata
L’episodio non è un caso isolato, ma una manifestazione di una mentalità patriarcale ancora presente, che si nasconde dietro una presunta ironia o una strategia di marketing. Nel messaggio emerge l’idea che la donna debba dipendere dall’uomo persino per un drink, configurandola come un trofeo da conquistare. Questa narrazione perpetua stereotipi che mettono a rischio l’autonomia e la sicurezza delle donne, soprattutto in un contesto sociale che vede sempre più giovani emulare comportamenti dannosi.

La lotta contro questa mentalità non può limitarsi a condanne di facciata. È necessario costruire una cultura alternativa che promuova l’uguaglianza, il rispetto e l’autonomia.

Le parole del ministro Valditara sulla battaglia culturale
Durante la presentazione della Fondazione Giulia Cecchettin, il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha affrontato il tema della lotta al femminicidio e alla cultura della violenza. “In passato, il femminicidio era frutto di una concezione proprietaria della donna. Oggi sembra più il risultato di una grave immaturità narcisista del maschio, incapace di accettare un ‘no’”, ha dichiarato.

Il ministro ha sottolineato l’importanza dell’educazione civica nelle scuole e di relazioni paritarie nelle famiglie, richiamando la responsabilità dei social media e della pubblicità nel diffondere modelli di comportamento inadeguati. “Non si può accettare la cultura della violenza, verbale e fisica, né la mancanza di rispetto verso ogni persona”, ha concluso.

Un patriarcato da combattere oggi, non da relegare al passato
Valditara ha evidenziato che il patriarcato come fenomeno giuridico è stato superato con la riforma del diritto di famiglia del 1975, ma ha ammesso l’esistenza di residui maschilisti che devono essere affrontati con decisione. “Questi residui portano a considerare la donna un oggetto, una persona con minore dignità. La questione femminile va risolta non con ideologie, ma con azioni concrete che combattano tali atteggiamenti.”

Una riflessione urgente
Il caso Palmeri e le parole del ministro ci ricordano che la lotta alla cultura patriarcale è tutt’altro che conclusa. Serve un impegno collettivo per contrastare ogni forma di violenza, visibile o latente, e promuovere una società in cui il rispetto e l’uguaglianza siano realmente condivisi e praticati.