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21/11/2024 14:43:00

Trapani, detenuto costretto a girare nudo. Le denunce della Camera Penale

 Un episodio scioccante di presunta tortura emerge dall’inchiesta sul carcere Pietro Cerulli di Trapani. Un detenuto marocchino, già vulnerabile per la sua condizione di reclusione, è stato denudato nell’ufficio della sezione isolamento, davanti a una decina di agenti penitenziari. Dopo essere stato sottoposto a scherni umilianti sulle dimensioni dei suoi genitali, è stato costretto a percorrere completamente nudo il corridoio della sezione Blu, uno spazio già tristemente noto per abusi e maltrattamenti.

L’episodio, secondo quanto riportato nel decreto di perquisizione, configura un trattamento inumano e degradante che avrebbe provocato un "verificabile trauma psichico" alla vittima. La Procura della Repubblica di Trapani contesta agli agenti coinvolti il reato di tortura, aggravato dall’abuso del loro ruolo istituzionale.

Le denunce della Camera Penale

Questo caso è solo uno dei tanti che hanno fatto emergere una realtà inquietante all’interno del carcere trapanese. La Camera Penale di Trapani ha espresso pubblicamente la propria preoccupazione, sottolineando le gravi condizioni del sistema penitenziario italiano e l’urgenza di riforme strutturali.

In un comunicato, il direttivo denuncia la situazione: «Gli istituti penitenziari italiani, e il carcere Pietro Cerulli in particolare, versano in condizioni gravissime, tra sovraffollamento e una cronica carenza di personale. Questi fattori compromettono non solo la gestione della sicurezza, ma anche il rispetto delle condizioni minime di dignità per detenuti e operatori».

Secondo i dati più recenti, il numero dei detenuti in Italia ha superato i 62.000, una cifra che mette in evidenza il problema del sovraffollamento. La situazione, già critica, si somma alle difficoltà affrontate dal corpo della Polizia Penitenziaria, spesso sotto organico e con turni estenuanti. Queste problematiche rendono sempre più complesso il controllo e la gestione degli istituti penitenziari, aumentando i rischi di abusi e violazioni.

Un appello alle autorità

La Camera Penale richiama le istituzioni a un intervento urgente: «Occorre ripristinare le condizioni costituzionali di espiazione della pena e custodia cautelare, intervenendo su infrastrutture, organici e politiche carcerarie. Speriamo che questo non disturbi l’intimo godimento di chi, attualmente, ricopre le funzioni di sottosegretario alla giustizia».

Questo richiamo, pungente nei toni, riflette l’esasperazione di fronte a un sistema penitenziario che fatica a garantire il rispetto dei diritti umani, come previsto dalla Costituzione italiana.

Un caso che scuote le istituzioni

La vicenda del detenuto marocchino rappresenta solo la punta dell’iceberg di una serie di episodi che hanno trasformato la sezione Blu del carcere di Trapani in un simbolo di degrado e abuso. L’indagine prosegue, e con essa cresce la consapevolezza che non si tratta solo di un problema locale, ma di una crisi sistemica che coinvolge l’intero sistema penitenziario italiano.

Mentre si attendono sviluppi giudiziari, è sempre più chiaro che la gestione del carcere Pietro Cerulli deve diventare un caso emblematico per spingere verso una riforma profonda delle carceri italiane, dove la dignità umana non può più essere calpestata, né per i detenuti né per chi vi opera ogni giorno.