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23/11/2024 06:00:00

Una fiaccolata per Larimar. I tanti dubbi sulla sua morte

 Proseguono le indagini sulla tragica morte di Larimar Annaloro, la quindicenne trovata impiccata a un albero nel giardino di casa, a Piazza Armerina.

Ieri c'è stata un'emozionante fiaccolata.  A partire dalle ore 20 di venerdì 22 novembre, il corteo – organizzato dall’equipe di pastorale giovanile diocesana, in collaborazione con il Comune di Piazza Armerina e la Polisportiva Armerina – è partito da piazza Falcone e Borsellino e ha raggiunto le vie cittadine fino alla chiesa di Sant’Antonio, dove si è svolto un momento di preghiera per la 15enne trovata impiccata.

LA MADRE. La madre della ragazza, intervistata durante la trasmissione Mattino 4 ha espresso forti dubbi sull’ipotesi di suicidio: “Non si esclude l’omicidio, perché è impossibile che una ragazza di quindici anni usi quel metodo così violento per togliersi la vita. E lo dimostra il modo in cui è stata trovata. Abbiamo dei sospetti su chi possa essere stato, perché abbiamo scoperto che mia figlia è stata minacciata di morte quel giorno a scuola. Non posso dire su chi cadono i miei sospetti. Ho parlato con gli inquirenti. Abbiamo fatto nomi e cognomi.”

L'AUTOPSIA. Le parole della madre trovano riscontro in alcuni particolari emersi dall’autopsia: Larimar presentava segni di corda attorno a collo, addome e piedi, era inginocchiata con un doppio cappio al collo e aveva le mani libere. Nonostante ciò, non ci sono segni che abbia tentato di liberarsi, come sarebbe istintivo in una situazione di soffocamento. Inoltre, le scarpe della ragazza erano pulite, nonostante il terreno del giardino fosse sporco di terra. La madre, che ha scoperto il corpo e lo ha slegato, ha descritto la scena: “Era come in ginocchio, la testa appoggiata alla corda. Era come dormisse.”


LE INDAGINI. La Procura dei Minori di Caltanissetta indaga per istigazione al suicidio, ma il fascicolo resta al momento a carico di ignoti. Gli inquirenti hanno sequestrato i cellulari di otto amici e conoscenti della ragazza, cercando indizi su eventuali pressioni o minacce subite da Larimar. Particolare attenzione è stata posta su un possibile ricatto legato alla diffusione di foto intime. Secondo alcune testimonianze, il giorno della tragedia Larimar avrebbe litigato a scuola con una compagna, accusata di aver avuto un rapporto con il suo ex ragazzo. Durante la lite, il giovane avrebbe confermato la circostanza davanti agli altri studenti, sostenendo di essere stato ubriaco. Sconvolta, Larimar avrebbe chiesto di poter uscire prima da scuola. Salita in macchina con i genitori, avrebbe detto alla madre: “È successa una cosa brutta.” Una volta tornata a casa, i genitori si sono allontanati per una commissione, lasciando Larimar sola. Al loro ritorno, l’hanno trovata morta. Nei giorni successivi, il ragazzo coinvolto nella vicenda sarebbe stato aggredito, accusato di aver diffuso le immagini compromettenti. Intanto, l’avvocata della famiglia, Milena Ruffini, ha annunciato indagini difensive e ha richiesto un incontro con la preside della scuola frequentata da Larimar e dalla sua compagna.

IL PADRE E LA SORELLA. “Impossibile che mia figlia si sia uccisa. Era brava a scuola, brava nello sport, molto socievole, molto solare. Era di sani principi, sempre piena di vita,” ha detto il padre della giovane. La sera prima di morire, Larimar stava progettando un viaggio con la famiglia. La sorella della ragazza ha raccontato: “Mia sorella era un po’ diversa dalle ragazzine che trovi qua. È arrivata qua ed è stata al centro dell’attenzione. Qualcuno nutriva rancore nei suoi confronti.”

NESSUN SOSPETTATO. L'avvocato Milena Ruffini che rappresenta la famiglia della studentessa ha chiarito ad AGI alcuni elementi che ritiene fondamentali: "La famiglia non si arrende all'idea del suicidio e credo che meriti risposte. Il nostro medico legale ha già dichiarato che è aperta ogni ipotesi, quindi credo che questo meriti approfondimenti e che bisogna fare chiarezza. Noi attendiamo l'esito dell'autopsia".

La legale tiene comunque a fare precisazioni sulle dichiarazioni fatte dalla madre che ha affermato che Larimar era stata minacciata di morte e di sapere chi ha ucciso sua figlia: "Voglio chiarire che le notizie sulle presunte minacce di morte, vengono da informazioni acquisite ma che sono da verificare. Sui nomi dico con fermezza che no, non ci sono nomi e sospettati dal punto di vista oggettivo. Non c’è al momento nessun elemento. Vista la necessità di ricostruire le ultime ore di Larimar, ho fatto richiesta formale alla preside della scuola per avere un incontro, ma al momento la richiesta è inevasa".

"È un diritto dei genitori - ha concluso Ruffini - avere chiarimenti su cosa realmente sia successo, chi era presente, chi era l'insegnate responsabile della vigilanza quando è avvenuta la lite e, ovviamente, abbiamo diritto a sapere se esiste un verbale dell'accaduto".

 

'avvocato Milena Ruffini che rappresenta la famiglia della studentessa ha chiarito ad AGI alcuni elementi che ritiene fondamentali: "La famiglia non si arrende all'idea del suicidio e credo che meriti risposte. Il nostro medico legale ha già dichiarato che è aperta ogni ipotesi, quindi credo che questo meriti approfondimenti e che bisogna fare chiarezza. Noi attendiamo l'esito dell'autopsia". La legale tiene comunque a fare precisazioni sulle dichiarazioni fatte dalla madre che ha affermato che Larimar era stata minacciata di morte e di sapere chi ha ucciso sua figlia: "Voglio chiarire che le notizie sulle presunte minacce di morte, vengono da informazioni acquisite ma che sono da verificare. Sui nomi dico con fermezza che no, non ci sono nomi e sospettati dal punto di vista oggettivo. Non c’è al momento nessun elemento. Vista la necessità di ricostruire le ultime ore di Larimar, ho fatto richiesta formale alla preside della scuola per avere un incontro, ma al momento la richiesta è inevasa". "È un diritto dei genitori - ha concluso Ruffini - avere chiarimenti su cosa realmente sia successo, chi era presente, chi era l'insegnate responsabile della vigilanza quando è avvenuta la lite e, ovviamente, abbiamo diritto a sapere se esiste un verbale dell'accaduto".