Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
27/11/2024 06:00:00

Il nuovo piano rifiuti della Sicilia. Sale la protesta contro i termovalorizzatori

 La Regione Siciliana comincia l'iter per avere, finalmente, un nuovo Piano rifiuti, presentato dal governatore Renato Schifani, che promette di scrivere la parola fine all’era delle discariche. La strategia, definita dal presidente in qualità di commissario straordinario, punta a rivoluzionare la gestione dei rifiuti attraverso un sistema integrato che prevede termovalorizzatori e una rete di impianti per il riciclo e il trattamento dei rifiuti.

I principali interventi del Piano
Il Piano prevede la costruzione di due termovalorizzatori pubblici, uno a Bellolampo (Palermo) e uno nell’area industriale di Catania. Entrambi gli impianti, che avranno una capacità complessiva di 600 mila tonnellate l’anno e produrranno 50 Megawatt di energia, costeranno 800 milioni di euro, già finanziati con l’accordo di sviluppo e coesione firmato lo scorso giugno.

Accanto ai termovalorizzatori, il piano include la realizzazione di 14 nuovi impianti di compostaggio (portandoli a 31 totali), 24 biodigestori e 16 piattaforme per il recupero di carta, vetro, plastica e umido. Questi impianti sostituiranno le vecchie strutture di trattamento biomeccanico e consentiranno un recupero più efficiente dei materiali, con l’obiettivo di ridurre il conferimento in discarica a meno del 10% del totale dei rifiuti.

Gli obiettivi del Piano
Il nuovo sistema mira a raggiungere il 65% di raccolta differenziata, il livello minimo imposto dalle direttive europee, riducendo al contempo del 40% i costi di trattamento dei rifiuti e risparmiando circa 150 milioni di euro l’anno che i siciliani attualmente pagano per il conferimento dei rifiuti all’estero. Palermo e Catania, che rappresentano un terzo della produzione di rifiuti dell’Isola e che sono ancora indietro nella differenziata, saranno centrali per il successo del Piano.

«Archiviamo così la stagione delle discariche, che pesa sull’ambiente e sui cittadini, e offriamo una risposta integrata alla crisi dei rifiuti in Sicilia», ha dichiarato Schifani. Tuttavia, le perplessità restano, e sarà fondamentale monitorare l’implementazione del Piano e la gestione degli impianti.

Le proteste.
Le associazioni ambientaliste e i partiti del cosiddetto campo largo si preparano a scendere in piazza oggi 27 novembre contro il nuovo piano rifiuti. Al centro della protesta ci sono i due termovalorizzatori previsti dal piano del governatore Renato Schifani, uno a Palermo e uno a Catania, che secondo i critici rappresentano una scelta anacronistica e inefficace rispetto agli obiettivi europei di sostenibilità ambientale.

Il Presidio di oggi è stato organizzato dal Comitato promotore della Rete Sicilia Pulita, che riunisce trasversalmente associazioni ambientaliste, sindacati, partiti politici, associazioni di tutela dei diritti dei consumatori, associazioni di volontariato e promozione sociale, Sindaci e cittadinanza nella lotta contro un sistema di smaltimento dei rifiuti che favorisce gli affari di pochi a danno della salute di tutti.

Al Presidio saranno presenti i Sindaci di Blufi, Castelbuono, Caltagirone, Favara, Militello Val di Catania, Petralia Soprana e Termini Imerese.

La Rete Sicilia Pulita ha intenzione di impugnare la Deliberazione n. 391 del 21 novembre 2024, con la quale la Giunta Regionale ha adottato l'"Ordinanza del Commissario straordinario per la valorizzazione energetica e la gestione del ciclo dei rifiuti", cioè il nuovo Piano che apre la strada agli inceneritori.

Contestualmente partiranno iniziative di mobilitazione dal basso contro il nuovo Piano rifiuti: subito dopo l'iniziativa di mercoledì, la Rete avvierà un fitto programma di assemblee territoriali per parlare con i cittadini siciliani di incenerimento dei rifiuti, tutela della salute e dell'ambiente, valorizzazione del lavoro e transizione verso l'economia circolare.

Queste assemblee daranno poi vita una grande manifestazione, con la quale la società civile esprimerà il suo dissenso e chiederà il ritiro del Piano di gestione dei rifiuti solidi urbani.

La Sicilia ha bisogno di cambiare il suo sistema dei rifiuti e di farlo guardando al futuro, non al passato. Per questo siamo tutti contro il nuovo Piano Rifiuti Regionale che punta su mega discariche e inceneritori.

Termovalorizzatori e differenziata in stallo

Mentre gli uffici regionali confermano l’avvio dell’iter per la costruzione degli impianti, anche in prossimità della discarica di Bellolampo, le associazioni ambientaliste denunciano la mancanza di una strategia chiara per migliorare la raccolta differenziata, ferma al 15,16% a Palermo e al 55% a livello regionale, ben lontana dal 65% richiesto dall’Unione Europea. «Il problema principale — sottolineano gli ambientalisti — è l’assenza di impianti per il trattamento dei rifiuti differenziati».

Ricorsi e polemiche
Oltre alle proteste, è già partito un diluvio di ricorsi contro il piano. Legambiente Sicilia, con il presidente Tommaso Castronovo, ha annunciato di voler impugnare il decreto per dare priorità alla riduzione dei rifiuti anziché agli inceneritori. A questo si aggiunge il ricorso di Sicula Trasporti, i cui amministratori giudiziari contestano il piano per aver bloccato il progetto di un gassificatore privato, avviato nel 2009, in nome della libera concorrenza.

Critiche ai tempi e alla visione del piano
Secondo Giampiero Trizzino, ex presidente della commissione Ambiente all’Ars, i termovalorizzatori non saranno pronti prima del 2030, proprio quando l’Europa imporrà rigidi obiettivi di riduzione delle emissioni. «Paradossalmente — aggiunge Trizzino — potrebbero essere inaugurati e chiusi nello stesso anno». Anche il leader di Italia Viva, Davide Faraone, lancia una provocazione: «Mettiamo il timer per verificare che questo piano non resti lettera morta, sommerso da conflitti burocratici e ricorsi».

“I termovalorizzatori sono una tecnologia molto utilizzata in Europa per risolvere del tutto il problema dei rifiuti nella loro frazione residua, cioè che non può essere sottoposta a differenziazione. Le preclusioni ideologiche che ne hanno bloccato la realizzazione hanno arrecato un grande danno alla Sicilia, ostacolando il percorso per liberarsi definitivamente dalla piaga dei rifiuti in eccesso di smaltimento. Il rischio di questi impianti, che si affidano a sistemi molto avanzati, per l’ambiente è praticamente nullo, la gente lo sa e vuole che siano costruiti. Bene fa il presidente della Regione a continuare sulla strada che porta alla loro realizzazione per il bene dei siciliani e della Sicilia, che potrà finalmente togliersi di dosso la scomoda etichetta di terra sporca e invasa dai rifiuti”. È quanto invece sostenuto dal deputato regionale di Forza Italia Marco Intravaia sulla realizzazione dei termovalorizzatori in Sicilia.

Un futuro incerto
Mentre il governo regionale si dice determinato ad andare avanti, il piano rifiuti è già sotto pressione, tra proteste di piazza e contenziosi legali. La battaglia per il futuro della gestione dei rifiuti in Sicilia è appena iniziata e si preannuncia lunga e complessa.