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30/11/2024 06:00:00

Nuovi investimenti, ma la sanità siciliana è stata bocciata di nuovo

 Cosa dice il rapporto Agenas sullo stato di salute delle ASP siciliane e delle aziende ospedaliere? Va abbastanza male, non si accorcia il divario con il Nord e continua anche la migrazione sanitaria.
Sono tutte bocciate le ASP della Sicilia, seppure qualche lieve incoraggiamento arrivi, ma non è nemmeno sufficiente. Il rapporto tiene conto dell’annualità 2023: non c’è competizione con le ASL del Nord e con le aziende ospedaliere, dove l’attesa è il primo vero problema. In cima alla lista ci sono proprio il Cannizzaro e il Garibaldi di Catania. Per i costi di degenza, il Papardo di Messina è in cima alla lista.

Sono 9 le ASP siciliane e, di queste, 8 hanno ottenuto una valutazione molto bassa. Questo significa che non superano la valutazione per l’assistenza distrettuale, la prevenzione, la sostenibilità economica e la qualità dei servizi.
La Sicilia, inoltre, è molto indietro negli screening, ha un’assistenza distrettuale media, intesa come presa in carico e assistenza primaria. Ha, però, performance economiche tra le peggiori d’Italia e investimenti insufficienti in tecnologie e infrastrutture.

L’Asp di Siracusa è l’ultima d’Italia per la presa in carico dei pazienti con assistenza domiciliare e per la gestione del 118.
Anche in termini di attesa dell’ambulanza, in Sicilia si aspetta circa 27 minuti, contro i 15 minuti del Piemonte.

Aziende ospedaliere e universitarie
Agenas ha valutato le aziende ospedaliere di Palermo, Catania e Messina, bocciandone 6 e salvandone appena 2. Non superano l’esame il Civico, il Policlinico e gli Ospedali riuniti Villa Sofia-Cervello, che registrano parametri negativi per l’accessibilità, in particolare per i tempi di attesa di alcuni interventi chirurgici, il tempo di permanenza e il numero di abbandoni al pronto soccorso.

Il Papardo di Messina ha un costo medio di degenza pari a 1.031 euro al giorno, contro i 400 del Policlinico San Matteo di Pavia. Il Policlinico di Palermo registra il numero più basso di interventi chirurgici per sala operatoria, pesati per complessità.

Una nota positiva viene dal Cannizzaro di Catania e dal Cervello di Palermo, risultati ospedali efficienti nella chirurgia per il tumore alla mammella. Sempre il Cannizzaro è secondo per il trattamento del tumore al polmone, con il Papardo al terzo posto e il Garibaldi di Catania al quarto per la celerità degli interventi al colon.

Sì alla rimodulazione del piano sanitario
La Conferenza Stato-Regioni ha dato parere favorevole alla rimodulazione del piano sanitario per le strutture ospedaliere da finanziare con le risorse ex articolo 20 in Sicilia. Si sbloccano così 800 milioni di euro per l'edilizia sanitaria, destinati alla costruzione di tre nuovi ospedali e alla ristrutturazione di un quarto nella città di Palermo. Lo ha annunciato il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, che ha partecipato in videoconferenza alla riunione.

Le opere inserite nell’accordo tra Stato e Regione hanno un valore complessivo di 747,7 milioni di euro. In particolare:

- 120 milioni di euro saranno destinati alla costruzione del nuovo Polo di eccellenza pediatrico, che farà capo all’azienda ospedaliera Arnas Civico-Di Cristina.
- 348 milioni di euro serviranno per la realizzazione del nuovo Policlinico, con l’obiettivo di offrire all’utenza elevati livelli prestazionali in ambienti idonei, accoglienti e sicuri per gli operatori.
- 240 milioni di euro saranno destinati alla costruzione del nuovo Polo oncoematologico degli Ospedali riuniti Villa Sofia-Cervello, pensato per offrire percorsi di prevenzione, diagnosi, cura e follow-up, utilizzando cure sperimentali avanzate.
- 39,7 milioni di euro saranno utilizzati per i lavori di adeguamento e messa a norma del Polo chirurgico e delle emergenze dell’ospedale Cervello (padiglione A).
- Il prossimo passo sarà la firma di un accordo di programma-quadro tra il Ministero della Salute e la Regione per avviare la fase che porterà alla predisposizione dei bandi di gara e all’esecuzione dei lavori.

La convenzione firmata a luglio scadrà nel dicembre 2026 e prevede che Invitalia supporti la Regione nella realizzazione dei quattro interventi, svolgendo attività di centrale di committenza e di supporto tecnico-operativo nella predisposizione e nella gestione delle procedure di gara. La Regione monitorerà costantemente il rispetto dei tempi tramite il dipartimento di Pianificazione strategica, guidato da Salvatore Iacolino.

Il governatore Schifani ha ribadito: “Abbiamo già stipulato una convenzione con Invitalia, che ci supporterà nella realizzazione degli interventi, garantendo tempi veloci. Abbiamo una strategia chiara per dotare la Sicilia, utilizzando anche i fondi del Pnrr e quelli del Fsc, di un sistema sanitario che garantisca cure adeguate ai cittadini. L’obiettivo è fermare, e magari invertire, i flussi della migrazione ospedaliera, facendo della Sicilia un punto di riferimento nel bacino del Mediterraneo, come avviene già nel settore dei trapianti, una vera eccellenza della nostra sanità”.