Le contraddizioni di Vincenzo Patrizio Sturiano. Il presidente del consiglio comunale di Marsala in un'intervista su tp24 ha fatto delle riflessioni sull'amministrazione della città e sulla situazione politica in questi termini: Il sindaco credeva di poter ricucire un rapporto politico con il centrodestra, ma questa coalizione è spaccata". poi ha proposto per superare l'impasse' la necessità di un cambiamento: "Quando non c'è più una maggioranza politica che sostiene l’amministrazione, bisogna dialogare con la città e considerare una giunta tecnica o di salute pubblica. Questo approccio garantirebbe che il consiglio comunale lavori per il bene della città, anziché restare bloccato da giochi politici", affermando che dovesse accadere qualche anno fa, poi: "È necessario pianificare attentamente gli interventi e garantire che Marsala affronti le sfide future con una strategia chiara. La città merita un’amministrazione responsabile, capace di rispondere alle esigenze dei cittadini e di sfruttare al meglio le risorse disponibili". Sulla divisione nel centrodestra nella provincia di Trapani è stato tranciante: "Basta guardare i risultati nei comuni a sistema proporzionale: il centrodestra perde ovunque. Se vogliamo perdere anche a Marsala, lo dica chiaro e tondo chi è responsabile".
Allora perché non chiedere agli assessori di suo riferimento -Gerardi e Incardia- di lasciare la giunta, probabilmente perché rifiuterebbero l'invitito, depapeurando la sua autorità? Non si può rammentare che nel giugno scorso era approdata a Sale delle Lapidi la mozione di sfiducia al primo cittadino e che Grillo sia sopravvissuto grazie alla ciambella di salvataggio che gli ha lanciato lo stesso Sturiano e i suoi sodali: Gerardi, Titone, Carnese e Fernandez. Avesse sfiduciato Grillo però, sarebbe andato ai giardinetti anche lui stesso e tutto il consiglio comunale. E la boutade che il commissario straordinario sia la "peste nera" non regge, dopo anni di scontri Consiliari furibondi e il tourbillon degli assessori.Senza dimenticare che è stato già consigliere comunale nel Partito Democratico Democratico della Sinistra 'figlio' del Partito Comunista Italiano, nato dopo la svolta della Bolognina voluta non solo da lui, e concepita dall'allora segretario del partito Achille Occhetto.
Poi nei Democratici di Sinistra-nipote del PCI -, passando per il civismo della gauche e approdando in Forza Italia nel 2020. Infine nel 2022 si è candidato alla regione Sicilia nei Popolari e Autonomisti, quindi da presidente del Consiglio comunale in FI, ma aspirante all'ARS con Popolari e Autonomisti. Tutto legittimo, ma forse più che contraddizioni, sono "voli pindarici".
Vittorio Alfieri