Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
14/12/2024 20:15:00

In retromarcia col carro attrezzi sulla provinciale: patteggia 11 mesi per la morte di un motociclista

 Rosario Gioacchino Marino, 39 anni, ha patteggiato una condanna a 11 mesi di reclusione, con pena sospesa, e la sospensione della patente per due anni. Marino era alla guida di un carro attrezzi che, il giorno di Pasquetta, ha causato la morte di Calogero Pace, 30 anni, un motociclista di Serradifalco.

L’incidente, avvenuto in contrada Lago Sottano, è stato determinato da una manovra in retromarcia effettuata dal carro attrezzi per immettersi sulla strada provinciale, senza dare la dovuta precedenza. La dinamica è stata ricostruita dai tecnici cinematici di Giesse Risarcimento Danni e dal consulente della Procura, l’ingegnere Girolamo Vitellaro, che hanno confermato come la responsabilità fosse esclusivamente del conducente del carro attrezzi.

La tragedia di Pasquetta

Calogero Pace, a bordo della sua Kawasaki Z900, stava rientrando a casa per il pranzo di Pasquetta. Nonostante la velocità ridotta, circa 16 km/h inferiore al limite consentito, l’improvvisa apparizione del carro attrezzi ha reso impossibile evitare l’impatto. Lo scontro con lo spigolo sinistro del mezzo ha provocato una carambola contro un muretto, causando una caduta violentissima.

Nonostante il rapido intervento dei soccorsi e il trasporto all’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta, per il giovane motociclista non c’è stato nulla da fare.

Il dolore della famiglia e le polemiche

I familiari di Calogero, assistiti dall’avvocato Rita Parla e supportati da Giesse Risarcimento Danni, hanno espresso profondo dispiacere per la condanna a soli 11 mesi, percepita come un’ulteriore ingiustizia rispetto alla perdita del loro caro.

Diego Ferraro, responsabile di Giesse Canicattì, ha sottolineato come il comportamento imprudente e negligente di Marino fosse l’unica causa dell’incidente. Ha inoltre evidenziato il dolore aggiuntivo subito dalla famiglia per i commenti ingiustificati circolati sui social media, che hanno tentato di addossare colpe inesistenti a Calogero.

“La verità accertata nelle indagini – ha dichiarato Ferraro – è che Calogero ha perso la vita solo a causa della manovra sconsiderata di Marino. Ci auguriamo che questa tragedia possa spingere a riflettere chi, con superficialità, ha scritto giudizi ingiustificati”.

Una sentenza che lascia amarezza

Nonostante l’accettazione con compostezza del verdetto, la famiglia di Calogero Pace rimane profondamente amareggiata. La vicenda ricorda quanto sia cruciale il rispetto delle regole stradali e l’importanza di manovre responsabili, per evitare che tragedie simili possano ripetersi.