Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
12/01/2025 06:00:00

Province in Sicilia: il centrodestra punta all'elezione diretta, ma niente riforma fino ad Aprile

 Approvata la Finanziaria regionale e finita la pausa festiva il centro destra è tornato a parlare di Province. L’elezione diretta è la via che stanno cercando di percorrere, trovando un assist anche da Roma.

Vertice di centrodestra
I leader dei partiti del centrodestra siciliano si sono riuniti per concordare una linea congiunta. All'incontro erano presenti Marcello Caruso per Forza Italia, Salvo Pogliese e Giampiero Cannella per Fratelli d'Italia, Luca Sammartino per la Lega, Totò Cuffaro per la Democrazia Cristiana, Fabio Mancuso per il Movimento per l'Autonomia e Massimo Dell'Utri per Noi Moderati.

Stessa volontà per tutti: “Lavorare in modo unitario per superare ogni ostacolo di natura normativa, burocratica e attuativa legato alla riforma delle Province e per l'elezione diretta dei Presidenti, ritenute scelte strategiche per rafforzare la partecipazione democratica e garantire una rappresentanza effettiva dei cittadini. La Sicilia ha bisogno di istituzioni locali forti e operative, in grado di rispondere concretamente alle esigenze delle comunità. Per questo riteniamo che sia utile dotare la macchina amministrativa di strumenti di governo e indirizzo politico eletti direttamente dai cittadini e capaci di assicurare l'indispensabile legame con le comunità amministrate. L'obiettivo è quindi quello di proseguire nel percorso legislativo già intrapreso, lavorando per superare le attuali criticità e poter così restituire alle Province un ruolo centrale nella gestione dei servizi e nello sviluppo territoriale.”

Le remore di FdI
I meloniani temono l’effetto impugnativa. Gaetano Galvagno, presidente dell’ARS, non minimizza: la Legge Delrio è ancora in piedi, meglio votare con elezioni di secondo livello. L’attesa però non può portare nulla di buono, l’era dei commissariamenti non può continuare, lo ha stabilito la sentenza della Corte Costituzionale. Niente approdo tra i banchi dell’ARS, dunque, fino a quando ancora sarà legge nazionale la Delrio. La riforma quindi va in soffitta, almeno fino a quando il nodo non verrà sciolto direttamente da Roma.

Ruolo centrale delle Province
Enti intermedi che necessitano di un riassetto e soprattutto di risorse economiche, molte le criticità messe sul tavolo ma per ritornare ad avere piena funzionalità le Province devono tornare al voto diretto. Se la riforma non vedrà la luce entro il mese di aprile allora si voterà certamente con il metodo del secondo livello.