Il Gip Claudia Rosini del Tribunale di Palermo ha disposto gli arresti per Mongi Ltaief, 53 anni, tunisino residente a Marsala ritenuto il capo dell’organizzazione che trafficava in tabacchi nel Trapanese, e Antonino Li Causi, 56 anni, palermitano l’uomo che gestiva la seconda organizzazione che piazzava i tabacchi nel territorio. Qui i dettagli dell'operazione.
Sono stati disposti gli arresti in carcere per Vincenzo Bilardello, 66 anni di Marsala; Vincenzo Gandolfo, 34 anni di Marsala; Nejib Ammar, 35 anni, tunisino ma residente a Campofelice di Fitalia in provincia di Palermo; Pietro Roberto Arini, 51 anni, di Marsala; Gaetano Li Causi, 33 anni, palermitano, figlio di Antonino; Giovanna Quartararo, 33 anni di Palermo; Gaetano Catalano, 46 anni di Palermo; Gaetano Adelfio, 33 anni, di Palermo; Rosario Cozzolino, 38 anni, di Ercolano; Gennaro Imperato, 61 anni, di Ercolano; Salvatore Gremito, 51 anni, di Ercolano; Simone Pipitò, 34 anni, di Palermo.
Ai domiciliari sono finiti Caterina Li Causi, 34 anni, di Palermo, figlia di Antonino e sorella di Gaetano; Concetta D’Asaro, 35 anni di Palermo. Disposto anche il sequestro di beni per un milione di euro.
L’operazione, coordinata dalla sede palermitana della Procura Europea, ha portato all’arresto di 16 persone e ha svelato una rete complessa di traffici illegali via mare e via terra. Le indagini hanno preso avvio da due episodi chiave, incrociati dagli investigatori, che hanno tracciato le rotte del contrabbando e portato alla scoperta di due organizzazioni criminali collegate.
Il gommone intercettato a MarsalaLe indagini iniziano nel novembre 2021, quando i finanzieri intercettano e sequestrano un gommone nelle acque marsalesi. Il mezzo, dotato di un serbatoio modificato per trasportare grossi carichi, si rivela essere uno strumento essenziale per il traffico di sigarette. Pochi giorni dopo, un uomo si presenta per denunciare il furto del gommone, ma il suo coinvolgimento appare sospetto: è stato visto in compagnia di Mongi Ltaief, un tunisino con un lungo curriculum criminale per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e contrabbando di tabacco.
Mongi Ltaief, considerato il capo dell’organizzazione, operava tra Marsala, Mazara del Vallo e Petrosino, gestendo il traffico di sigarette verso la Sicilia. Attualmente si trova in Tunisia, dove è fuggito prima di essere condannato. Per monitorare le attività del gruppo, i finanzieri hanno piazzato un GPS sul gommone sequestrato, tracciando così le rotte del contrabbando.
Il carico a Palermo e il patto siglato a BallaròUn altro episodio cruciale si verifica il 28 aprile 2022, quando un Mercedes Vito preso a noleggio a Marsala arriva a Palermo, in un magazzino del quartiere Villaggio Santa Rosalia. Il furgone viene caricato con sacchi neri e scatole di cartone, lasciando intuire la presenza di sigarette di contrabbando. Questo evento conduce al filone investigativo palermitano, che porta alla scoperta di un secondo gruppo guidato da Antonino Li Causi.
È al mercato Ballarò di Palermo che, secondo gli investigatori, viene siglato il patto tra le due organizzazioni. Durante un incontro monitorato nel 2022, Li Causi e Ltaief discutono dell’acquisto di “settecento casse in mezzo al mare”. Li Causi viene descritto come il terminale palermitano dei “trapanesi”, l’unico capace di gestire quantitativi così ingenti, con a disposizione uomini, magazzini e risorse economiche.
Gli arrestati e i ruoli nell’organizzazioneL’organizzazione di Ltaief include figure chiave come Vincenzo Salvatore Bilardello, incaricato della logistica dei trasporti e della gestione dei depositi a Marsala, Vincenzo Gandolfo e Nejib Ammar, responsabili della guida dei gommoni e della vendita delle sigarette a Palermo, e Pietro Arini, che avrebbe curato il trasporto e la consegna.
A Palermo, il gruppo di Li Causi comprende anche i figli Gaetano e Caterina, Giovanna Quartararo e il compagno Gaetano Catalano, Concetta D’Asaro, Gaetano Adelfio e Simone Pipitò. Questi, insieme a tre napoletani, avrebbero coordinato il trasporto delle sigarette via terra e le operazioni di distribuzione.
Un’organizzazione complessa e ben strutturataSecondo la Procura Europea, le due organizzazioni collaboravano strettamente, dimostrando una notevole capacità di approvvigionamento e distribuzione, con collegamenti non solo tra le province siciliane, ma anche con gruppi criminali nazionali e internazionali in Belgio, Germania e Stati Uniti. Nel corso dell’indagine, sono stati sequestrati oltre 100 kg di hashish, 6 kg di cocaina e 120mila euro in contanti.
Le prossime fasiLe indagini sono ancora in corso e si attendono ulteriori sviluppi, inclusi gli interrogatori degli indagati per i quali l’applicazione di misure cautelari è attualmente sospesa. Le autorità sottolineano che tutti gli indagati sono da considerarsi innocenti fino a eventuale condanna definitiva, in ossequio al principio di non colpevolezza.