Il pubblico ministero della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, Gianluca De Leo, ha chiesto una condanna a 18 anni di reclusione per il dottor Alfonso Tumbarello, ex medico di base di Campobello di Mazara, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e falso in atti pubblici. Il medico avrebbe redatto certificati medici intestati a “Andrea Bonafede”, la falsa identità utilizzata dal boss Matteo Messina Denaro per curarsi durante la latitanza.
Il processo e le accuseIl processo si sta svolgendo davanti al Tribunale di Marsala. Tumbarello ha sempre sostenuto di non essere a conoscenza della vera identità del paziente, dichiarando che Andrea Bonafede, classe 1963, era regolarmente suo assistito dal 2018, dopo il pensionamento del precedente medico di base. “Non potevo immaginare che un mio paziente avesse ceduto la sua identità – ha affermato Tumbarello durante la deposizione –. Conoscevo Bonafede da molti anni, ma non siamo amici”.
Il pm De Leo, però, ha contestato questa versione, sottolineando come le prove dimostrino che il medico abbia prescritto cure e farmaci al boss latitante utilizzando il nome di Bonafede. De Leo ha evidenziato numerose contraddizioni nelle versioni fornite dal medico e da Bonafede, dichiarando che “era impossibile non accorgersi che quello non era il vero ammalato”.
Il ruolo di Campobello di Mazara nella latitanza del bossNel corso della requisitoria, il pm ha ricordato che già nel 2007 Matteo Messina Denaro aveva affittato una casa a Campobello di Mazara, evidenziando come il territorio abbia offerto protezione al latitante, non solo da parte di un ristretto nucleo di collaboratori, ma anche attraverso un contesto sociale omertoso. “Matteo Messina Denaro non era un corpo estraneo al territorio – ha detto De Leo –. Nessuno si è mai presentato per dire di aver visto qualcosa”.
Emergenza Covid e rapidità nelle cureIl pm ha anche sottolineato la rapidità con cui Messina Denaro, sotto falso nome, è riuscito a ricevere cure. “In soli tre giorni, durante l’emergenza Covid-19, il boss, dopo una colonscopia effettuata a Marsala, era già davanti a un chirurgo”.
Prossime fasi del processoLe arringhe della difesa, rappresentata dagli avvocati Giuseppe Pantaleo e Gioacchino Sbacchi, sono previste per il 5 febbraio. Intanto, il Tribunale ha accolto la richiesta del pm di sospendere i termini di custodia cautelare, vista la complessità del processo. Tumbarello, arrestato il 7 febbraio 2023 e in carcere fino al 15 luglio, è attualmente agli arresti domiciliari.