Assovini Sicilia, in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, ha lanciato il progetto InnoNDA, un’iniziativa che unisce tradizione e innovazione per il futuro del Nero d’Avola. Obiettivo del progetto è diversificare la produzione, esaltare la varietà del vitigno siciliano e ridurre il contenuto alcolico dei vini senza compromettere qualità e gusto.
Il progetto InnoNDA
InnoNDA è il risultato di una sinergia tra Assovini Sicilia, capofila del progetto, l’Università di Milano, i laboratori ISVEA e quattro aziende vitivinicole: Dimore di Giurfo (CT), Feudi del Pisciotto (CL), Tenute Lombardo (CL) e Tenuta Rapitalà (PA). Al progetto partecipano anche tecnici e professionisti del settore, come l’enologo Leonardo La Corte.
Avviata nell’aprile 2024, la ricerca mira a esplorare nuove tecniche agronomiche ed enologiche per produrre vini con un grado alcolico più basso, mantenendo le caratteristiche distintive del Nero d’Avola. Inoltre, include lo studio dell’affinamento in anfore di terracotta, una pratica antica ma finora poco applicata al vitigno siciliano, e la valorizzazione della diversità genetica del Nero d’Avola nei diversi territori della Sicilia.
Innovazione nella vinificazione: l’uso dell’anfora
Tra gli aspetti più interessanti del progetto c’è l’uso delle anfore di terracotta per la vinificazione e l’affinamento. Questo metodo, pur essendo radicato nella tradizione, rappresenta un terreno inesplorato per il Nero d’Avola e potrebbe offrire nuovi profili sensoriali, ampliando le possibilità di produzione e di mercato.
Esplorare la diversità del Nero d’Avola
Lo studio della diversità del Nero d’Avola si concentra sul ruolo del terroir e sull’età dei vigneti, elementi chiave per il gusto e la qualità del vino. Vigneti più antichi, ad esempio, potrebbero rivelarsi più resilienti ai cambiamenti climatici, offrendo una base per una viticoltura più sostenibile.
Riduzione del contenuto alcolico
Un altro obiettivo cruciale è la riduzione del contenuto alcolico, una richiesta crescente da parte dei consumatori. Attraverso tecniche innovative, InnoNDA punta a creare vini equilibrati e piacevoli, rispondendo alle esigenze di un pubblico sempre più attento alla salute e alla moderazione.
“InnoNDA è un modello di collaborazione tra il mondo accademico e il settore privato, unendo competenze scientifiche e tradizione enologica,” spiega Lilly Fazio, vicepresidente di Assovini Sicilia. “Questo progetto è un passo verso una produzione vinicola più sostenibile e consapevole, affrontando le sfide climatiche e le aspettative dei consumatori.”
La ricerca è supportata anche dall’Assessorato Regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea, oltre che da enti come IRVO e ISVEA. “La riduzione del grado alcolico e la diversificazione produttiva offrono un’opportunità unica per il Nero d’Avola di evolversi senza perdere la sua identità,” sottolinea la Prof.ssa Daniela Fracassetti, responsabile scientifico del progetto.
L’enologo Leonardo La Corte aggiunge: “Il progetto rappresenta una sfida ambiziosa, ma è anche una grande opportunità per ridefinire l’identità di un vitigno simbolo della Sicilia, rendendolo più competitivo sul mercato globale.”
InnoNDA rappresenta una tappa fondamentale per il Nero d’Avola, il vitigno a bacca rossa più famoso della Sicilia, e per l’intero settore vinicolo italiano. Grazie a questa iniziativa, tradizione, innovazione e sostenibilità si uniscono per dare una nuova dimensione a un vino che è già icona del Made in Sicily.