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23/01/2025 06:00:00

Il caso Gulotta: il giovane accusato ingiustamente di legami con Messina Denaro. La storia

Forse è il nome. Perchè c'è in effetti un altro Gulotta, accusato ingiustamente, e che se l'è vista peggio, decisamente. Giuseppe Gulotta è la vittima di uno dei più clamorosi errori giudiziari italiani. Arrestato nel 1976, fu condannato ingiustamente per la strage di Alcamo Marina, in cui furono uccisi due carabinieri. Dopo 36 anni di calvario, fu assolto nel 2012 grazie alla riapertura del caso e alla dimostrazione del depistaggio orchestrato durante le indagini.

Qui invece parliamo di  una vicenda surreale ha travolto Leonardo Gulotta, 32 anni, di Campobello di Mazara, trascinandolo nel troncone dell'inchiesta sulla latitanza di Matteo Messina Denaro. Arrestato il 27 marzo 2024 dai Ros con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, Gulotta è rimasto due mesi in carcere al Pagliarelli di Palermo, per poi essere assolto con la formula "per non aver commesso il fatto" dal gup di Palermo Marco Gaeta.

Una coincidenza fatale

Tutto nasce da un errore legato a un numero di telefono. Nel 2007, Matteo Messina Denaro aveva stipulato un contratto di assicurazione per una Fiat 500 utilizzando un falso nome, "Massimo Gentile". Nei documenti dell’assicurazione figurava un numero telefonico che differiva di una sola cifra da quello che, quattro anni dopo, nel 2011, sarebbe stato assegnato a Leonardo Gulotta al compimento del suo diciottesimo compleanno.

Per la procura, questa coincidenza aveva fatto ritenere che il giovane potesse aver avuto un ruolo nella latitanza del boss. “Nel 2007 il mio assistito aveva 15 anni e non poteva possedere una SIM intestata a suo nome – spiega il legale di Gulotta, l’avvocato Mariella Gulotta –. Solo nel 2011, al compimento della maggiore età, ha acquisito quel numero di telefono, come dimostrato dal certificato d’attivazione prodotto dalla procura dopo l’interrogatorio di garanzia”.

I rapporti con la famiglia Luppino

Durante le indagini, è emerso che Gulotta aveva lavorato con la famiglia Luppino, arrestata per legami con Messina Denaro, in tre contratti stagionali tra il 2019 e il 2023. “I rapporti erano esclusivamente lavorativi”, ha dichiarato il giovane, che ha sempre negato di aver mai conosciuto il boss o di avere legami con ambienti mafiosi.

L’esperienza in carcere

Leonardo Gulotta racconta i due mesi trascorsi in carcere come un incubo: “Ho pianto ogni giorno, non trovavo pace per ciò che stava accadendo. Non ho mai conosciuto Matteo Messina Denaro. Conoscevo, sì, Andrea Bonafede, ma solo per averlo salutato. Non ho mai avuto rapporti con la mafia”.

Quando il giudice ha pronunciato l’assoluzione, Gulotta ha pianto di sollievo, pensando alle persone che gli sono state vicine in questo drammatico periodo.

Una riflessione sull’errore giudiziario

“Questa vicenda – conclude il legale – è una brutta coincidenza. La differenza di una sola cifra nel numero di telefono ha trascinato un giovane innocente in una storia che non lo riguarda. Non è escluso che lo stesso Messina Denaro, compilando i documenti per l’assicurazione, abbia fornito erroneamente quel numero simile a quello del mio assistito”.

Il caso di Leonardo Gulotta solleva interrogativi sulle conseguenze degli errori investigativi e giudiziari, che possono distruggere vite intere. Oggi, dopo due mesi di detenzione e un calvario giudiziario, il giovane torna finalmente alla sua vita, con la speranza che episodi simili non si ripetano.