La figlia di Giovanni Barreca, accusata insieme al padre dell'omicidio della madre Antonella Salamone e dei fratelli Kevin ed Emanuel, è stata ritenuta imputabile e capace di affrontare il processo. Lo ha stabilito il giudice per l’udienza preliminare del tribunale per i minorenni, Nicola Aiello, dopo la perizia effettuata dal neuropsichiatra infantile Ugo Sabatello dell’Università La Sapienza di Roma.
Secondo il perito, però, al momento della strage, avvenuta tra l’8 e il 10 febbraio 2024 nella villetta di Altavilla Milicia, la giovane non era in grado di intendere e volere, trovandosi in una condizione mentale alterata che le impediva di rispondere coscientemente delle proprie azioni. Inoltre, è stata esclusa la sua pericolosità sociale.
La ragazza, che oggi è maggiorenne, ha raccontato di aver vissuto la strage come un rituale per "scacciare il demonio" dalla casa e ha chiamato in causa Massimo Carandente e Sabrina Fina, la coppia di Palermo arrestata insieme a Barreca e alla figlia: "Loro due hanno fatto le torture per liberare la villetta dal diavolo", ha dichiarato.
La requisitoria del processo è fissata per il 6 marzo.