La Diga Trinità di Castelvetrano, fuori esercizio da due settimane, continua a scaricare enormi quantità d’acqua nel fiume Delia, che finisce inutilmente in mare. La quota d’invaso, che teoricamente avrebbe dovuto fermarsi a 59 metri sul livello del mare, non viene rispettata, aggravando la dispersione di una risorsa fondamentale per l’irrigazione estiva.
Il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti ha imposto lo svuotamento al ritmo di circa 100 mila metri cubi al giorno, ma i tempi per eventuali soluzioni si prospettano lunghi. Nel frattempo, si assiste a un continuo rimpallo di responsabilità tra il governo nazionale e quello regionale. Il Ministero ha attribuito la colpa alla Regione, e il presidente siciliano Renato Schifani ha richiamato il dirigente Arturo Vallone per le criticità gestionali del suo dipartimento.
Eppure dal 2018 esisteva già un progetto di messa in sicurezza della diga, finanziato con 3 milioni di euro dal CIPE, ma mai realizzato. Ora il rischio è che della diga rimanga solo un bacino quasi vuoto, con gravi conseguenze per l’agricoltura e la gestione delle risorse idriche.