Sarà rischioso innaffiare i terreni con le acque reflue del depuratore di Castelvetrano? Lo sapremo entro un paio di mesi, quando il Commissario unico per la depurazione e del comune completerà il percorso tecnico-amministrativo. “Se l’esito dell’analisi del rischio sarà positivo – ha detto l’assessore regionale all’Energia, Roberto Di Mauro - daremo il via libera all’utilizzo dell’acqua”.
La possibilità di usare l’acqua depurata in uscita dall’impianto di Castelvetrano per le coltivazioni orticole, già disposta da un decreto del dipartimento regionale dell’Acqua e dei rifiuti nel luglio scorso, è stata al centro di un tavolo tecnico tenuto nella sede dello stesso dipartimento, al quale hanno partecipato: l’assessore regionale all’Agricoltura, Salvatore Barbagallo, i rappresentanti dell’Azienda sanitaria provinciale di Trapani, dell’Arpa, del Consorzio di bonifica della Sicilia occidentale, del Commissario unico per la depurazione e del comune di Castelvetrano.
Il volume di acqua depurata riutilizzabile dall’impianto di via Errante vecchia sarebbe di circa 8 milioni di metri cubi all’anno.
“Sarebbe una soluzione – ha aggiunto l’assessore Di Mauro - seppur non definitiva, per fare fronte alle conseguenze del lungo periodo di siccità che ha ridotto i quantitativi di acqua disponibili per l’irrigazione”.
L’acqua proveniente dal depuratore di Castelvetrano potrebbe essere immessa nell’adduttore diramazione ovest del sistema Garcia-Arancio, che alimenta sia gli usi irrigui del Consorzio di bonifica 3 di Agrigento che quelli del Consorzio 1 di Trapani, interessando i territori dei comuni di Sambuca di Sicilia, Sciacca, Menfi, Santa Margherita Belice, Partanna e Castelvetrano.
Intanto la preziosa acqua della Diga Delia viene sversata a mare. Costruita quasi settanta anni fa, non è mai stata collaudata (come una decina di altre dighe in Sicilia). E dato che gli interventi “indifferibili” di cui si parla in un documento degli uffici tecnici della Regione già dal dicembre del 2018 non sono mai stati fatti (nonostante uno stanziamento di tre milioni di euro), il Ministero ne ha disposto la chiusura attraverso il progressivo svuotamento.
Oggi, mentre gli agricoltori assistono impotenti a milioni di metri cubi d’acqua che vanno a finire a mare, si prospetta loro la possibilità di irrigare con i reflui depurati.