di Katia Regina
Tanta roba questa settimana, troppa. Scegliere un argomento di grande attualità e provare a ragionarci sopra, magari evitando di ripetere quanto già detto sul mainstream non è cosa semplice. Se poi ad avere la meglio è il cervello che si rifiuta di commentare la notizia del rilascio del generale libico allora resta una sola cosa da fare: chiedersi il perché di questo rifiuto. Ecco come partendo dalla cronaca si sconfina nelle neuroscienze. Ci provo.
Il cervello umano ragiona per immagini. Diversi studi lo dimostrano. Si chiamano tecniche di neuroimaging, come la risonanza magnetica funzionale (fMRI) hanno infatti dimostrato che; diverse aree del cervello si attivano quando le persone elaborano informazioni visive o immaginano scene. E dunque, quando leggiamo o ascoltiamo una parola, il nostro cervello spesso richiama automaticamente l'immagine corrispondente. Questo processo ci aiuta a comprendere il significato delle parole e a creare immagini mentali delle situazioni descritte.
Ora torniamo alla cronaca. Il generale Almasri, si legge nel dispositivo emesso dalla Corte penale internazionale ha picchiato, torturato, sparato e ucciso personalmente detenuti. Ecco che ogni singolo verbo indicato produce automaticamente immagini orribili nel mio cervello. Ciononostante riesco ancora a leggere l'articolo. Ma quando si arriva a indicare l'abuso sessuale su bambini... pausa... track il rifiuto di immaginare qualcosa che possa evocarlo, una sorta di assenza di segnale improvviso, un fruscio di suoni distorti su un fondo nero.
È come se il mio sistema cognitivo avesse dei limiti etici, come dire: mi rifiuto di creare un'immagine corrispondente a questa cosa. Ecco, non mi serve sapere altro su questo individuo. Uno così a me fa solo schifo, e non gli consentirò di violentare anche il mio cervello, perché se dovessi approfondire le atrocità che ha commesso costringerei anche chi mi legge a subire questo abuso.
Vorrei tanto che a questo individuo venisse diagnosticata una bella lesione dell'amigdala, un danno cerebrale importante, la sola cosa che potrebbe giustificare certi suoi comportamenti e continuare a dargli cittadinanza tra gli esseri umani. Fino ad allora scelgo di non entrare nel merito, mi tengo stretto il mio disgusto nella speranza di conservarlo ed estenderlo sempre di più anche verso fatti di minore gravità.
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E poi c'è questo video: io non sono riuscita a vederlo tutto.