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12/02/2025 06:00:00

Castelvetrano, la celebrazione di Giovanni Gentile diventa un caso

 A Castelvetrano, l’annunciata celebrazione del 150° della nascita di Giovanni Gentile, come era prevedibile, ha prodotto reazioni e polemiche, diventando un caso. L’Anpi e Rifondazione Comunista hanno sottolineato il rischio di celebrare, oltre al filosofo, anche il teorico del fascismo. Il Comitato per la Difesa della Costituzione di Trapani ha ritenuto insufficiente la motivazione legata al fatto che Gentile sia stato un cittadino castelvetranese: “Anche Matteo Messina Denaro lo era, e certamente non si pensa assolutamente a celebrarlo se non essendo collusi con la mafia. Se si celebra un ideologo fascista non si è per caso collusi con l’ideologia fascista?”.

 

Non sono mancate reazioni di segno opposto, come quella di CasaPound che, annunciando la propria presenza a Castelvetrano per la giornata della manifestazione, ha evidenziato come Gentile sia stato “vilmente assassinato proprio dagli antenati di chi oggi vorrebbe impedire alla sua città natale di ricordarlo e commemorarlo con gli onori che spettano di diritto ad un gigante della cultura italiana, conosciuto nel mondo intero”.  “Non provano alcun tipo di vergogna – hanno aggiunto, riferendosi all’Anpi - anche stavolta hanno perso occasione di tacere”.

 

Il sindaco della città, Giovanni Lentini, in risposta alle critiche, ha pubblicato un articolato post sui social in cui parla di strumentalizzazione politica fondata sulla “mancata conoscenza del progetto culturale che l’Amministrazione Comunale sta realizzando sulla figura di Giovanni Gentile, nostro illustre concittadino”.

Il sindaco ha affermato che la manifestazione non sarà solo una celebrazione, ma una riflessione critica anche sul ruolo politico di Gentile “nella consapevolezza che egli aderì, legittimandolo sul piano ideologico, al fascismo, movimento politico che molte colpe ha avuto nella tragedia che ha caratterizzato la prima parte del novecento europeo ivi compresa la persecuzione degli ebrei, ma che fu determinato dalla crisi sociale ed istituzionale seguita alla fine delle prima guerra mondiale a cui le vecchie formazioni di governo liberale e la monarchia non seppero dare adeguata risposta”.

 

Una posizione che ha generato ulteriori polemiche. Anche da parte di coloro che hanno interpretato quel “ma” come una sorta di giustificazione. Che però striderebbe con la partecipazione dello stesso Lentini, nel novembre scorso, all’inaugurazione della sede intercomunale dell’Anpi Castelvetrano – Campobello di Mazara dove, nel sistema delle piazze, proprio insieme al presidente nazionale Gianfranco Pagliarulo, ha scoperto la targa in memoria di 35 cittadini, morti da partigiani in difesa della libertà, contro il nazifascismo. In quell’occasione, il sindaco dopo un momento di commozione per la presenza nell’elenco di suo zio Francesco, che “anche se liberale, fece la lotta partigiana in Piemonte, nella brigata Garibaldi”  aveva ricordato come la libertà non sia “una conquista per sempre, ma va mantenuta e valorizzata ogni giorno”.

 

Sui social, come succede spesso in presenza di argomenti divisivi, la corsa alle sintesi schematiche di chi era Gentile non si sono risparmiate: tra i più grandi filosofi del novecento, ma anche ideologo del fascismo; grande innovatore del sistema scolastico (per quei tempi), ma anche firmatario del manifesto degli intellettuali fascisti. E via elencando.

Ma la questione non sarebbe di tipo storico, perché non avrebbe senso stabilire se Gentile fosse stato più fascista o più intellettuale e filosofo. Il timore, come inizialmente fatto rilevare dall’Anpi, è semmai relativo al rischio che la commemorazione potrebbe somigliare, laddove non si evidenziasse bene la differenza tra lo spessore culturale di Gentile (motivo di vanto) e la sua attiva appartenenza al fascismo (motivo di biasimo), ad una sorta di riabilitazione di un periodo che la nostra Costituzione ha condannato. 

 

Se davvero si è corso troppo, come dice il sindaco, senza conoscere i termini di questa celebrazione, lo si potrà sapere con certezza soltanto a manifestazione terminata.

Intanto, segnaliamo un commento caustico su questa diatriba espresso dal filosofo e regista teatrale Giacomo Bonagiuso: “Leggo, senza nessuno stupore, la polemica ‘frivola’ sui futuri festeggiamenti in memoria di Giovanni Gentile a Castelvetrano. Sono così surreali, così vuote, così stupide talune posizioni e risposte, e così demenziali alcune frasi in esse contenute, che la regressione culturale di questo dormitorio chiamato Castelvetrano, sembra ormai definitivo. Meglio fare una sagra. Siamo oltre la fine. Siamo al niente”.

 

Egidio Morici