La condanna a 15 anni e 3 mesi di carcere è stata chiesta dal pm Paolo Bianchi per Vincenzo Piero Li Vigni, 20 anni, di Petrosino, processato davanti il Tribunale di Marsala per il “pestaggio” a sangue di un giovane disabile marsalese davanti ad un distributore automatico di sigarette in contrada Terrenove, lungo la statale 115 per Mazara.
Per il rappresentante dell’accusa, l’imputato è colpevole di tutti e tre i reati contestati: tentato omicidio, rapina aggravata impropria (per avere sottratto le chiavi dell’auto alla vittima) ed evasione dagli arresti domiciliari (all’epoca, l’imputato era ai domiciliari con l’accusa di avere esploso alcuni colpi d’arma da fuoco).
Per il tentato omicidio sono stati chiesti 13 anni, per la rapina 2 anni e per l’evasione 3 mesi. Il processo si tiene davanti il Tribunale di Marsala (presidente del collegio giudicante: Vito Marcello Saladino).
Li Vigni, rinchiuso in carcere il 17 giugno 2023, pochi giorni prima, nella notte tra il 14 e il 15 giugno, insieme ad un minore per cui procede la Procura dei minorenni di Palermo, davanti ad un distributore automatico di sigarette, si rese autore di un violento “pestaggio” ai danni del 33enne marsalese Davide Russo, costituitosi parte civile con l’assistenza dell’avvocato Antonino Salvatore Giustiniano.
E nel processo, per l’eco mediatico che ha avuto la vicenda, si è costituito parte civile anche il Comune di Marsala, rappresentato dall’avvocato Cosimo Di Girolamo. A difendere l’imputato è, invece, l’avvocato Piero Marino.
Nel corso del processo, Li Vigni si è difeso affermando di avere sbagliato persona. Era convinto che si trattasse di un uomo che molestava, o comunque infastidiva, sua sorella “con proposte oscene fatte con messaggi e telefonate da un profilo facebook senza foto”. Aggiungendo: “Io l’ho sentito e mi sono arrabbiato. E così all’appuntamento che quest’uomo ha dato a mia sorella sono andato io con mio cognato”. E il caso ha voluto che Davide Russo avesse un’auto simile, e dello stesso colore (bianco), di quella indicata dal presunto molestatore. Subito dopo il fatto, i carabinieri identificarono i due protagonisti del pestaggio grazie alle immagini di una telecamera di sorveglianza che ha ripreso l’intera scena. “La vittima dell’aggressione – ha detto, ieri, il pm Bianchi – ha subito al corpo e alla testa 34 pugni e 11 calci. Colpi portati con estrema e inaudita violenza. Si tratta di tentato omicidio. Si evince dal video. L’aggressione, per altro, sarebbe continuata se il complice non avesse portato via il Li Vigni. Eppure, Russo gliel’aveva detto che non conosceva sua sorella”. Anche per il legale di parte civile Giustiniano “la volontà di uccidere è emersa”. Un’ipotesi d’accusa sin dall’inizio contestata dalla difesa. “Nel novembre 2022, a Marsala – ha affermato nella sua arringa l’avvocato Piero Marino – un giovane venne aggredito e colpito con tre coltellate, ma la Procura contestò il reato di lesioni gravi, non tentato omicidio, perché non c’erano telecamere che hanno filmato la scena”. Poi, entrando nel merito del processo a Li Vigni, il legale ha sottolineato che il medico legale (Pierangela Fleres) incaricato dal Tribunale di stabilire se i colpi subiti da Russo fossero potenzialmente mortali non ha sciolto il nodo in maniera chiara. “Il medico legale – ha affermato il difensore dell’imputato – ha detto tutto e il contrario di tutto. In aula, ha detto che non ci sono conclusioni alle quali può approdare perché non sa qual è stata la potenza impressa ai colpi”. E per questo, per la difesa, il tentato omicidio “non sussiste”. “Non era intendimento di Li Vigni, per altro abbastanza mingherlino – ha concluso il legale – quello di uccidere Russo. Non c’è il profilo soggettivo del reato”. Contestata anche l’ipotesi di rapina impropria. “Forse, violenza privata” ha sostenuto il legale dell’imputato.