Polemica tra l’avvocato palermitano Stefano Giordano e la Procura della repubblica di Marsala.
Il legale, iscritto al Foro di Milano, difensore dell’ex magistrato Maria Angioni (uno dei pm di Marsala che indagò sulla scomparsa della piccola Denise Pipitone), ha diffuso un comunicato in cui spiega di avere appreso di essere stato segnalato dal procuratore di Marsala (Fernando Asaro, ndr) alla Procura Generale di Palermo, per le “sue valutazioni”, il comunicato stampa firmato da Giordano dopo la condanna a quattro mesi di reclusione inflitta, lo scorso 10 dicembre, dal giudice monocratico del Tribunale di Marsala alla Angioni, accusata di diffamazione ai danni di un ispettore di polizia in passato in servizio al Commissariato di Mazara. Nel comunicato diffuso ieri da Giordano si aggiunge che la Procura Generale di Palermo ha poi “doverosamente” trasmesso gli atti al Consiglio dell’Ordine “per le eventuali determinazioni ed iniziative di competenza”. Nel comunicato del 10 dicembre Giordano affermava: “Al deposito delle motivazioni impugneremo la sentenza e siamo sicuri che la Corte di Appello porrà rimedio alle gravi violazioni di legge poste in essere dalla Procura di Marsala e refluite nella sentenza”. Ed è sicuramente la seconda parte della frase che ha irritato la procura.
“L’iniziativa – si legge nella nota di ieri - lascia, francamente, sconcertati. Viene messo in atto un evidente tentativo di attentare al fondamentale - e costituzionalmente garantito - diritto di difesa (oltreché al diritto di critica, il cui libero esercizio da parte di chiunque è essenziale in uno Stato democratico)”. L’impugnazione dei provvedimenti giudiziari, continua la nota “rappresenta, infatti, una delle principali estrinsecazioni del diritto di difesa.” E le “violazioni di legge (gravi e non) costituiscono, per eccellenza, motivi di impugnazione: come prevedono testualmente le disposizioni processuali del nostro ordinamento, che forse qualcuno ha dimenticato (tanto da ritenere, forse, che ogni avvocato che propone un appello o un ricorso in Cassazione, denunciando una violazione di legge, debba diventare destinatario di un esposto?!).
Perciò, segnalare un avvocato perché, nel suo ruolo di difensore, ha affermato che una sentenza sarebbe il frutto di ‘gravi violazioni di legge’ significa calpestare illegittimamente e inammissibilmente l’essenza stessa di quel ruolo. Peraltro, si nutre fiduciosa certezza che i giudici della Corte d’Appello di Palermo (i quali saranno chiamati a pronunciarsi su quelle dedotte violazioni di legge) non si lasceranno influenzare dall’iniziativa del Procuratore di Marsala e conserveranno integra la loro, più volte sperimentata, autonomia e serenità di giudizio. Di contro – si conclude - sarebbe cosa buona se la Procura di Marsala - anziché impiegare il proprio tempo ad attaccare un avvocato che svolge semplicemente il proprio ruolo - riuscisse finalmente a sollevare la cortina di assoluto mistero che, a distanza di trent’anni (in realtà, sono poco più di venti, ndr), continua immutabilmente ad avvolgere la scomparsa della piccola Denise Pipitone”. Occorre, naturalmente, evidenziare che gli attuali magistrati della Procura marsalese non sono gli stessi di quelli dell’epoca dei fatti. E sul suo profilo fb, naturalmente, Maria Angioni esprime solidarietà al suo legale.