Per risolvere una questione formale sollevata in Cassazione dall’avvocato difensore Luisa Calamia (un errore nel decreto di fissazione udienza in appello, in particolare se fare udienza pubblica o trattazione scritta), la seconda sezione della Suprema Corte ha annullato senza rinvio, trasmettendo gli atti alla Corte d’appello di Palermo, la sentenza con cui il 46enne pregiudicato marsalese Giancarlo Maltese è stato condannato, sia in primo che secondo grado, a otto anni di carcere per rapina e lesioni personali gravi.
I giudici palermitani dovranno, quindi, correggere l’errore formale e poi si andrà di nuovo in Cassazione. Gli “ermellini” non sono entrati nel merito della condanna, che rimane confermata. Nel frattempo, il Maltese è agli arresti domiciliari in comunità da circa nove mesi. Legale di parte civile, anch’egli presente a Roma, è l’avvocato Duilio Piccione. In primo grado, nel settembre 2023, Giancarlo Maltese è stato condannato, in abbreviato, a otto anni di carcere dal gup di Marsala Chiara Vicini in quanto ritenuto l’autore di una violenta rapina commessa ai danni di un’anziana coppia marsalese abitante in via Colocasio (di fronte l’ex Pronto Soccorso) e del loro figlio. I fatti sono del 22 settembre 2022, quando, secondo l’accusa, il pregiudicato riuscì a fare irruzione nell’appartamento dei due anziani, scaraventando a terra e picchiando brutalmente la donna, allora 73enne, per costringere il marito ad indicare dove custodivano oro e gioielli. Nel frattempo, arrivava il figlio della coppia, anche lui picchiato, e al quale il malvivente strappava la collana d’oro che aveva al collo. Poi, fuggiva con tutti i preziosi razziati. Qualche giorno dopo, venne arrestato dalla polizia. Al Pronto soccorso dell’ospedale “Paolo Borsellino” l’anziana arrivò con prognosi riservata sulla vita. Gli furono, infatti, riscontrate una emorragia al capo, la frattura di diverse costole e versamento pleurico.
Oltre che alla pena detentiva, il pregiudicato è stato condannato dal gup Chiara Vicini anche al risarcimento danni, da quantificare in sede civile, in favore delle vittime con una “provvisionale” di 5 mila euro per ciascuna parte civile. La condanna fu, poi, confermata in appello. Dopo l’allarme lanciato dal figlio dell’anziana coppia, all’identificazione del presunto autore della violenta rapina la polizia arrivò grazie ad una accurata analisi delle immagini acquisiste dai sistemi di video sorveglianza presenti in prossimità dei luoghi teatro dei fatti, che immortalarono proprio l’ingresso e la fuga del malvivente dall’immobile dove aveva commesso la rapina, indossando i capi di abbigliamento poi rinvenuti e sequestrati dagli agenti del Commissariato per strada nei pressi dell’abitazione del pregiudicato, nel quartiere popolare Sappusi.