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27/06/2009 08:09:08

Sicilia: Regione più corrotta d'Italia. Lo dice la Corte dei Conti

La corruzione 'dilagante' nella pubblica amministrazione è una tassa "occulta e immorale" che vale oltre 60 miliardi l'anno prelevati direttamente dalle tasche di ignari cittadini.  Ma la corruzione non è l'unico 'peso' che i cittadini italiani devono sopportare: in un momento come quello attuale di crisi economica un'altra cifra 'monstre' allarma la Corte: 100 miliardi l'anno sottratti all'erario attraverso l'evasione fiscale.

Insomma un peso enorme (oltre 160 miliardi l'anno) che se abbattuti consentirebbero di far ripartire immediatamente l'economia italiana. La corruzione all'interno della Pa - dice il procuratore generale, Furio Pasqualucci - è un fenomeno "rilevante e gravido di conseguenze in tempi di crisi". La Corte dei Conti valuta che il fenomeno possa superare 50-60 miliardi di euro l'anno, come stima il Servizio anti-corruzione e trasparenza del ministero della pubblica amministrazione.

Nella 'classifica' della corruzione la Corte dei Conti ricorda che tra le prime 5 regioni per numero di denunce spiccano nell'ordine, la Sicilia (13,07% del totale delle denunce); la Campania (11,46%); la Puglia, (9,44%); la Calabria (8,19%) con un'unica regione del Nord che é la Lombardia con il 9,39% del totale delle denunce. Secondo i dati della Guardia di Finanza nel 2008 sono stati denunciati 3.224 pubblici ufficiali per reati contro la Pa mentre i Carabinieri hanno scovato 2.137 funzionari infedeli. Sempre nel 2008 sono tuttavia aumentati i processi e le condanne per corruzione. In particolare le condanne sono state in tutto 68 ed hanno consentito di recuperare oltre 117 milioni di euro con un "notevolissimo incremento" sul 2007 quando erano stati recuperati 18,8 milioni. Anche sul fronte evasione i 'numeri' sono impressionanti: oltre 100 miliardi l'anno di mancato incasso.

Il ministero dell'economia - ricorda la Corte - valutava il valore aggiunto dell'economia sommersa nel nostro Paese a quasi il 18% del Pil: "in termini di gettito si tratta di almeno sette punti percentuali corrispondenti ad oltre 100 miliardi di euro l'anno". La magistratura contabile non nasconde però un certo "scetticismo quantomeno sulla rapidità su cui sarà possibile recuperare l'area dell'evasione".


E il dato non è fine a se stesso, perché secondo il procuratore generale la tendenza all’illegalità ha ricadute immediate sullo sviluppo delle aree interessate. E quindi della Sicilia più che altrove.
“Le conseguenze prodotte dalla corruzione serpeggiante nella Pubblica Amministrazione sul piano della sua immagine, della moralita’ e della fiducia costituiscono un ulteriore costo non monetizzabile per la collettivita, che rischia di ostacolare (soprattutto in Italia meridionale) gli investimenti esteri, di distruggere la fiducia nelle istituzioni e di togliere la speranza nel futuro alle generazioni di giovani, di cittadini e di imprese”.

I settori della P.A. maggiormente colpiti sono la sanità’, le assunzioni del personale, la concessione di finanziamenti e gli appalti pubblici. “Non risultano immuni - ha detto il pg della Corte dei Conti - i comparti dell’edilizia privata, dell’università’, delle consulenze e dello smaltimento dei rifiuti”. E sulle modalità con cui si manifesta il fenomeno, Pasqualucci ha evidenziato come “il classico passaggio di denaro contante è ormai in uso solo in ambiti locali ristretti o rivolto a funzionari con un basso profilo d’impiego. Nella maggior parte dei casi - ha proseguito - si ricorre agli stessi sistemi utilizzati per frodare il fisco: sovrafatturazioni di operazioni commerciali e fatturazioni di operazioni inesistenti per costituire la provvista di denaro; fatturazione di compensi per presunte consulenze, rimborso di spese elettorali, di viaggio o di rappresentanza, o dazioni mediante terzi per consegnare il denaro al funzionario pubblico”.