Intanto, in queste ore, il Pd e' riunito nei sontuosi locali del Palazzo dei Normanni, cosi' come l'Udc in attesa della seduta di questo pomeriggio. Sempre Lombardo aveva annunciato ieri sera che oggi, prima della seduta, "ci sara' la riunione dei capigruppo", augurandosi la "massima convergenza".
Sarà un pomeriggio molto delicato all’Ars: Il presidente Raffaele Lombardo parlerà in aula per affrontare una serie di argomenti spinosi, cominciando dal caso dell’assessore Armao, per finire all'ipotesi di una nuova maggioranza.
“Io non escludo niente. Armao è libero di fare quello che vuole, ma per quanto mi riguarda non ritirerò mai le deleghe a una persona capacissima che ha dato una grande mano al governo”. Si è mantenuto sibillino Raffaele Lombardo, in merito alle voci di possibili dimissioni dell’assessore alla Presidenza, Gaetano Armao, sul quale pende come una spada di Damocle la mozione di sfiducia all’ordine del giorno oggi pomeriggio all’Ars. Rispondendo ad una domanda su eventuali proprie dimissioni dell'assessore, Lombardo ha allargato le braccia: "Questo non dipende da me. Siccome non è un dramma, non è escluso niente. Mi auguro che la vicenda si risolva politicamente – ha osservato Lombardo -, che non si arrivi cioè al voto in aula. Escludo comunque il ritiro delle deleghe. Troveremo il sistema, non è questo il problema. Dobbiamo invece vedere se ci si vuole schierare dalla parte del cambiamento o se ci si illude che si possa instaurare un sistema che per la Sicilia sarebbe micidiale. Noi chiediamo che il progetto di riforma sia sostenuto da tutti".
Prima della seduta di oggi pomeriggio, come annunciato dallo stesso Lombardo, ci sarà una conferenza dei capigruppo “dove con spirito costruttivo affronteremo tutti i problemi, sperando di prendere delle decisioni all’unanimità ”. Il leader dell’Mpa ha poi ribadito che in aula “la parola crisi non sarà usata”, rispondendo così alle dichiarazioni rilasciate poco prima dal capogruppo del Pd, Antonello Cracolici, secondo il quale “il Pd è pronto a fare la propria parte ma Lombardo ha il dovere di esplicitare in aula la crisi della sua maggioranza, che ormai è sotto gli occhi di tutti”.
l presidente della Regione Raffaele Lombardo sgombra equivoci, fa chiarezza sulle voci che vogliono il Pd in giunta e nega tentazioni di inciuci e ribaltoni. "Non credo che il Pd sia interessato a entrare nel governo e nessuno glielo ha proposto. Non dimentichiamo che l'unico ribaltone è stato fatto col voto di parte del Pdl alla mozione contro il Dpef, provocandone la bocciatura. Certo, lavoreremo perché il clima non sia attraversato da tensioni", ha detto Lombardo,
conversando a Palazzo D'Orleans con i giornalisti alla vigilia della seduta di domani in aula con all'ordine del giorno la mozione del Pd che chiede la revoca delle deleghe all'assessore alla Presidenza Gaetano Armao e l'esame del rendiconto e dell'assestamento al bilancio. Lombardo smentisce così l'ingresso in giunta del Partito democratico, ipotesi ventilata da più parti. Fino a ieri lo stesso Lombardo, da Roma, non aveva smentito un appoggio del Pd al governo. "Avete letto che Bersani ha detto l'altro giorno 'sosterremo le riforme del governo se ritirano il processo breve'? E noi chiediamo che il processo di riforme sia sostenuto da tutti e siamo disposti a ritirare il processo breve...". Alla domanda quale sia il processo breve alla Regione Siciliana, Lombardo ha replicato: "Non esiste".
Oltre alla questione Armao, il governatore spera di evitare la discussione del rendiconto e dell’assestamento, rimandando l’esame a un momento successivo. C’è grande attesa, a questo punto, riguardo al programma di rilancio dell’azione di governo che Lombardo presenterà oggi e di cui il capo della giunta regionale ha dato un’anticipazione: “Ci vuole una svolta riformista forte – ha spiegato – a partire dall’emergenza rifiuti, per la quale avremo bisogno di tanti soldi. I soli Ato con la Tarsu hanno un debito di 400 milioni di euro, una cifra che è destinata a salire ed è per questo che dobbiamo agire al più presto”.
CASTIGLIONE. "Qualora il Partito democratico entrasse nella maggioranza o nel governo della Regione siciliana, è chiaro che noi non ci saremo". Lo afferma il co-coordinatore regionale del Pdl, Giuseppe Castiglione, commentando le dichiarazioni del governatore Raffaele Lombardo (Mpa) su un'ipotesi di accordo col Pd: "Rispondo solo con una sillaba: sì", aveva detto ieri il governatore, alla domanda su un'apertura ai democratici per superare la crisi del suo governo. "Se Lombardo modifica il patto con la coalizione che lo ha eletto - ha aggiunto Castiglione - è bene che lo comunichi all'aula", che si riunirà domani pomeriggio e che avrà all'ordine del giorno anche la mozione di censura nei confronti dell'assessore alla Presidenza Gaetano Armao, mozione che avrà il sostegno del Pdl "ufficiale": l'altro pezzo del partito, che si riconosce nelle posizioni del sottosegretario Gianfranco Micciché, già da settimane ha costituito un proprio gruppo autonomo e sostiene il governo Lombardo. "Non possiamo fare dibattiti a mezzo stampa - osserva Castiglione - è l'Assemblea regionale il luogo dove discutere. Ribadiamo che la nostra posizione non è mutata: crediamo a un rilancio dell'azione di governo attraverso un programma ambizioso che ha bisogno di una maggioranza larga che includa l'Udc, partito che ha contribuito a eleggere Lombardo".