Questo esercito di piccoli stranieri è una ricchezza demografica per un’Italia il cui processo d’invecchiamento procede a ritmo accelerato. Il loro percorso però non sempre è lineare, anzi spesso è irto di ostacoli. Le difficoltà che affrontano sono collegate alla loro provenienza, alle condizioni di vita, a storie diversificate, familiari e personali. Non sono da sottovalutare gli adolescenti non accompagnati arrivati in Italia (1.860 sono sbarcati a Lampedusa nel solo periodo che va da maggio 2008 a febbraio 2009; 11 in provincia le comunità alloggio che li hanno accolti: il 60 per cento, pari a 1.119 minori, si sono allontanati in seguito al collocamento in comunità , con un’incidenza di egiziani, e
ritrei e somali. 200 di loro sono stati trasferiti in strutture di accoglienza non per minori) e gli altri che hanno problemi con la giustizia.
Tra i problemi che devono affrontare vi sono: la mancanza di opportunità d’inserimento scolastico e lavorativo, questo induce i minori a entrare nei circuiti di manodopera irregolare e li espone al rischio sfruttamento. Una particolare attenzione meritano, poi, i minori perché aventi diritto all’unità familiare, quelli adottati e in affido, quelli dediti all’accattonaggio e al lavoro nero. Ma anche per chi trova un inserimento, sono da non sottovalutare le difficoltà educative, sanitarie e relazionali, con riferimento al permesso di soggiorno e all’opzione della cittadinanza (compiuti i 18 anni).
La priorità del minore deve essere salvaguardata in tutti i suoi aspetti perché persona e perché in difficoltà . Il Testo Unico 286/98 sull’immigrazione, sul “Diritto all’Unità Familiare e tutela dei minori” recita che “in tutti i procedimenti amministrativi e giurisdizionali finalizzati a dare attuazione al diritto all’unità familiare e riguardanti i minori, deve essere preso in considerazione con carattere di priorità il superiore interesse del fanciullo” (art. 28/3).
L’adolescente di oggi è la speranza del futuro; tutte le forze, politiche e sociali devono spendersi per la ricerca del suo equilibrio e preparazione: in conformità a come sarà educato questo minore, anche il figlio di genitori stranieri, si costruirà la società del domani a essere più accogliente e interetnica, eliminando gli attriti sociali che sono, in tutte le epoche, causa di conflitti di qualsiasi natura.
I NUMERI. I minori stranieri sono in rapido aumento. Il totale dei minori è salito a 862.453 (il 22,2 per cento della popolazione immigrata). In Sicilia sono 16.424 unità con un aumento di quasi 2.000 ragazzi rispetto all’anno precedente.
In provincia di Trapani sono circa 2.500: i registrati all’anagrafe all’1 gennaio 2008 erano 2.246 (1.141 maschi e 1.105 femmine), su una popolazione regolare di 8.724 (4.376 maschi e 4.48 femmine), di questi, 1.413 sono nati in Italia, 131 sono stati gli iscritti nel 2008 per nascita. Al primo posto vi sono i provenienti dalla Tunisia con 1.543 unità e rappresentano il 69 per cento della totalità presente in Sicilia.
Nell’ultimo anno scolastico gli alunni stranieri in Italia erano 629.000, ossia il 7 per cento della popolazione scolastica. In provincia nell’anno 2007/08 erano 1.009 (triplicati rispetto al 2000; a questi si aggiungono gli studenti della scuola etnica, presenti a Mazara, 120 circa) così distribuiti: 517 nei Circoli didattici, 365 negli Istituti comprensivi, 14 nelle medie di primo grado, 113 nelle medie di secondo grado. La maggiore presenza di minori si registrava a Mazara del Vallo con 904 unità , di cui 665 nati in Italia, segue Marsala con 279 unità , di cui 154 nati in Italia; il capoluogo registrava 186 minori, di cui 123 nati in Italia, mentre gli iscritti nelle diverse scuole erano 63.